Per l’Elba occorre andare indietro di cinque anni per trovare un’annata con una delittuosità tanto bassa quanto quella del 2014 e di oltre dieci per trovarne una con un numero di reati che sia minore.
Questa, in estrema sintesi, la fotografia della sicurezza dell’anno passato sull’isola fatta dal punto di vista della forza di polizia che si occupa di oltre l’80% dei reati commessi sull’Elba.
Ammonta, infatti, a circa il 25% il calo della delittuosità sugli otto comuni dell’isola, con un abbattimento di quelli così detti predatori. I furti, in particolare, sono calati di quasi il 40% e le pochissime rapine avvenute sul territorio (due quelle perseguite dall’Arma, entrambe scoperte, che hanno portato a 5 arresti e 2 denunce in stato di libertà) hanno avuto un esito investigativo positivo nel giro di poche ore.
Gli unici delitti in crescita sono quelli riguardanti gli stupefacenti (reati perseguiti pressoché tutti d’iniziativa, poiché la persona offesa dal reato, ovvero, l’acquirente, difficilmente denuncia il fatto … ) e le truffe perpetrate tramite Internet, ma per entrambi gli ambiti il contrasto dei carabinieri elbani è stato massiccio, con 4 arresti, 13 denunce, sequestri di sostanze vietate di vario tipo (soprattutto hashish) per circa 1,8 kg e oltre 30 segnalazioni di assuntori di droghe e con circa il 50% delle truffe on line scoperte (nonostante le laboriosissime lungaggini investigative dovute agli accertamenti che spesso riguardano gestori telefonici e providers esteri, necessari a individuare i reali utilizzatori di un’utenza telematica piuttosto che telefonica).
Quest’ultimo, con la persistenza della crisi che spinge a ricercare il risparmio attraverso l’acquisto in rete di merce d’ogni tipo è un fenomeno dei nostri tempi, purtroppo in espansione, arginabile, soprattutto, con una migliore cultura della compravendita on line, che preveda delle maggiori cautele da parte dell’utente, che dovrebbe affidarsi solo a siti garantiti e sicuri sia per l’individuazione del prodotto che della modalità di pagamento. Va poi detto che il luogo di commissione del reato è praticamente sempre esterno all’isola e che spesso anche le vittime non sono elbane (si pensi ai falsi affitti estivi).
Positivo anche l’aspetto dei reati contro la persona, calati del 15%, con un positivo decremento dei casi di violenza di genere (stalking, maltrattamenti nei confronti di famigliari e conviventi, violenze sessuali etc.), in cui l’inasprimento delle misure cautelari voluto recentemente dal Legislatore ha avuto i suoi concreti riflessi (tre i casi più gravi trattati nell’anno dai carabinieri, che hanno portato, in due casi- uno di maltrattamenti in famiglia e l’altro di violenza sessuale di minore entità- all’arresto in flagranza).
A fronte di un minor numero di casi delittuosi l’Arma elbana ha risposto con un contrasto migliore rispetto al 2013, che si è attestato su valori percentuali che vanno ben oltre il doppio rispetto a quelli del continente.
Al miglioramento del panorama della sicurezza dell’isola l’Arma ha contribuito con la consueta capillare proiezione esterna sul territorio, mirata, appunto, a prevenire i reati e in caso a reprimerli, con gli oltre 6.000 servizi di pattugliamento eseguiti nell’anno e con la quotidiana apertura al pubblico dei propri presidi, presenti ovunque, a cui in estate si sono aggiunti i Posti fissi stagionali di Cavo e Lacona.
Tra i fatti reato perseguiti dall’Arma, nel 2014, rammentiamo, oltre a quelli sopra accennati: l’incendio di uno dei caseggiati di un ex officina navale di Portoferraio (il c.d. cantierino), che a Marzo portò all’arresto di un tunisino di 22 anni; il pestaggio commesso sulle spiagge capoliveresi, per motivi di concorrenza, da cinque venditori abusivi di cocco, campani, che a Giugno picchiarono e minacciarono di ritorsioni due conterranei, rapinandone uno e finendo in manette; la rocambolesca fuga finita nelle acque della darsena medicea, dello spacciatore algerino di 40 anni, arrestato a Portoferraio per il possesso di 270 g. di cocaina; la fine della latitanza del truffatore che doveva scontare oltre 15 anni per delitti vari commessi tra il 1998 e il 2011, catturato a Campo nell’Elba grazie a un selfie; la denuncia di due venditori porta a porta di rilevatori/sensori di gas, che a Marciana Marina avevano fatto firmare contratti d’acquisto per centinaia di euro ad ultraottantenni, approfittando della loro buona fede.
Contenuti nel numero ma in lieve aumento, rispetto al 2013, gli incidenti stradali rilevati dai carabinieri (due, purtroppo, quelli mortali, che hanno coinvolto, in entrambi i casi, motociclisti). I militari hanno registrato, tuttavia, un minor numero di feriti: segno, forse, di un piccolo miglioramento della cultura della sicurezza stradale che poggia quasi interamente, riguardo alle conseguenze degli impatti, sul rispetto dei limiti di velocità.
Una cultura, quella della guida sicura, su cui l’Arma ha puntato in modo diretto, partecipando, per il secondo anno consecutivo, all’omonimo progetto di educazione stradale nelle scuole, promosso dalla Prefettura e che fa coppia con l’ormai ultradecennale programma di incontri per il contributo dell’Arma dei carabinieri alla cultura della legalità. In seno a questa collaudatissima iniziativa i militari elbani hanno accolto in caserma, per una visita d’istruzione, gli alunni di 6 scuole primarie e incontrato presso quelle medie inferiori e superiori di tutta l’isola oltre 400 studenti, a cui hanno raccontato i lineamenti storici e organizzativi della Benemerita, trattando poi tematiche attualissime come il bullismo, il vandalismo, l’uso consapevole di Internet e le trappole della Rete, effetti primari e secondari dell’uso delle droghe e dell’alcool.
Un investimento, quest’ultimo, sulle nuove leve elbane, fatto da chi, pur non essendo una delle agenzie educative, collabora da tempo con esse perché punta da 200 anni sulla prevenzione a tutto tondo; prevenzione che in prima battuta nasce da se stessi, dalla propria educazione civica, dal convinto e consapevole rispetto delle regole, soprattutto in un posto a trazione turistica pressoché integrale, in cui la sicurezza non può non rappresentare, oggigiorno, un valore aggiunto alle attrattive naturali e d’intrattenimento.