Continuano a giungerci testimonianze di vero e profondo cordoglio per la scomparsa di Boris Procchieschi, che è ritratto nella foto di copertina (girataci da Legambiente e dovuta ai colleghi del Tirreno) a bordo della Goletta Verde durante una tappa elbana di uno dei suoi tour.
Sono in ogni caso scritti niente affatto di circostanza e che rivelano come Boris sapesse, nella leggerezza dei modi, intessere rapporti umani intensi con chi ebbe il destino di conoscerlo.
Di seguito i racconti di Umberto Mazzantini, Luciano Puppo, Marco Contini:
"IN PRESENZA DI UN GENTILUOMO" di Umberto Mazzantini
Per motivi di lavoro purtroppo non potrò essere a dare l’ultimo saluto a Boris Procchieschi e vorrei approfittare della pagine di ElbaReport per farlo.
L’incontro tra me è Boris è stato quello tra due avversari politici: allora io ero un ancor giovane comunista già venato di verde e lui era un affermato e maturo imprenditore turistico, un moderatissimo democristiano, il presidente della potente Associazione Albergatori. Ma Procchieschi era soprattutto una persona curiosa della vita e delle persone, in grado di riconoscerne, soprattutto dopo i suoi indispensabili sonnellini pomeridiani, la singolarità… e non si può dire che allora non fossi singolare.
Credo che la sospettosa confidenza tra me e lui sia cominciata attraverso una persona alla quale abbiamo entrambi voluto molto bene: mio fratello Mario, che Boris aveva conosciuto alla Scuola alberghiera capendo immediatamente che quel ragazzo ombroso, che aveva abbandonato il Liceo e che già frequentava “cattive compagnie” ed ancor più cattive sostanze, era in realtà un’intelligenza rara e selvatica che provò a “salvare” offrendogli lavoro e seguendolo fino a che non fu più raggiungibile. Una cosa della quale non l’ho mai ringraziato abbastanza. Ma i mondi di Mario e Boris erano fatti di altra materia ed altri sogni, universi diversi che oggi sembrano entrambi persi.
Boris sapeva benissimo che, dopo che fece mettere i dissuasori di velocità nella salita di Spartaia - scorciatoia che allora ci sembrava indispensabile per risparmiare quei 30 secondi – quel branco di schiamazzanti rompicoglioni che per giorni, a notte tardissima, svegliarono i clienti sgassando e suonando il clacson al primo dosso della salita, proprio all’ingresso del suo Désirée, eravamo noi, ma me lo disse solo molti anni dopo, quando eravamo insieme nel Direttivo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, e lo fece con un sorriso sornione, da padre per il figlio discolo ormai rinsavito e che credeva di averla fatta franca.
Così come, quando ci conoscemmo meglio, mi disse che diversi anni prima aveva partecipato non convinto ad un piccolo e malriuscito complotto, per punirmi di essere un po’ troppo rompiscatole, ordito da due ex sindaci che ora sono miei amici. Erano tempi diversi, nei quali la politica era vera e dura, ma alla fine, ognuno si riconosceva torti, ragioni e ruolo. Tempi di ideali che Procchieschi guardava a volte con gentile disincanto, ma sempre con profondo rispetto.
Quando parlavi con Boris non ti sfuggiva mai di essere in presenza di un gentiluomo con una vena ironica evidente, frutto di un acume invidiabile, di un liberale che non rinunciava alla sua fede, che mi dicono negli ultimi tempi fosse diventata ancora più forte, ma nemmeno a discutere, confrontarsi, progettare con un ateo come me e con quella strana cosa, Legambiente, che i ritrovò tra i piedi nella lontana estate di 22 anni fa, quando Goletta Verde portò a galla le maleodoranti magagne delle condotte di scarico a mare elbane.
Ed un uomo curioso come Procchieschi ne fu affascinato, capì che da quella banda di testardi giovinastri ambientalisti che stavano sfidando le amministrazioni elbane e la più importante categoria economica dell’Elba, che da quel conflitto che arrivò fino in tribunale, poteva nascere qualcosa di buono. Ed infatti ne nacque ElbAmbiente, un pioneristico ed intelligente progetto di ambientalizzazione del turismo – affossato un paio di anni dopo dall’ala anti-parco, oggi ormai estinta, degli albergatori – che poi è stato copiato in tutta Europa e che qualche anno dopo, credo con enorme soddisfazione di Boris, ha dato il via a Legambiente Turismo ed agli eco-alberghi, spuntati e fioriti nuovamente anche all’Elba.
Da Procchieschi ho imparato molto. Non certo l’arte del moderatismo, che non mi appartiene, ma sicuramente quella della necessità della mediazione tra le diverse ragionevolezze, un’arte nella quale lo ho visto al lavoro con maestria, sia come presidente degli albergatori che come amministratore pubblico e soprattutto come vicepresidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, del quale credo sarebbe stato un magnifico e lungimirante presidente.
Con Procchieschi, nonostante il mondo che ci divideva – dalla politica al vestire, sal linguaggio alle frequentazioni - abbiamo percorso molta strada insieme, abbiamo condiviso scelte difficili e il più coraggioso nel farle e pagarle di persona è stato senz’altro lui.
E la sua uscita di scena in punta di piedi, il suo ritirarsi ritenendo compiuto il suo compito, è una lezione per tutti, soprattutto per gli attuali “indispensabili”, dimostra quanto fosse intelligente, di quale elegante leggerezza del vivere e del pensare avesse quest’uomo al quale la nostra isola deve molto.
"UN MAESTRO DI VITA" di Luciano Puppo
Ho avuto la fortuna di conoscere e frequentare l’amico Boris alla fine degli anni ottanta e da allora ha rappresentato un maestro di vita.
Io allora giovane direttore di albergo alla prima esperienza, con la voglia di imparare la professione e con la passione dell’impegno sociale e politico.
Con Boris ho capito cosa significava essere operatore turistico all’Isola d’Elba, come coniugare le esigenze di una azienda con le aspettative dei turisti e, cosa importante, il rapporto fra direttore di hotel e dipendenti; ho sempre cercato di rispettare i miei collaboratori che negli anni sono divenuti in primo luogo degli amici.
Ci siamo frequentati all’interno dell’Associazione Albergatori per vent’anni, abbiamo insieme lottato all’interno dell’associazione al momento della istituzione del Parco Nazionale, Boris non ha mai esitato a portare avanti la Sua convinzione ambientalista con toni pacati e consapevole che al momento dell’istituzione gli albergatori elbani favorevoli si contavano con due sole mani.
Grazie Boris per quello che hai dato alla Tua e nostra Isola, hai lasciato nel cuore di molti un esempio di rettitudine ed intelligenza, di capacità professionale e di umanità.
Un abbraccio alla famiglia.
UN'EREDITA'DI SERIETA', PROFESSIONALITA', EDUCAZIONE E DI RISPETTO PER GLI ALTRI di Marco Contini
Caro Boris, come spesso accade si apprendono le notizie sempre quando è ormai troppo tardi, sopratutto se sono notizie che riguardano gli amici cari.
Te ne sei andato anche tu, l'Elba tutta e non solo perde una bella persona, e non è la solita frase di prammatica che si dice in questi casi.
Ci hai lasciato da Milano, città che ormai da decenni frequento abitualmente.
Oggi ho letto di molti, tanti, privati e associazioni, che ti ricordano.
Non voglio aggiungere oltre alle belle parole che sono state già dette ma mi devi permettere di accompagnarti nel tuo nuovo cammino con cose nostre, private, che nessuno conosce ma che adesso posso esplicitare a tutti.
Voglio ricordati con una foto a me cara, quello che pubblico in calce, quella dove io, Capitano dei Carabinieri, anno 1988, con i miei "soli" 26 anni, chiamato a gestire problemi complessi su una realtà complessa come l'Arcipelago Toscano, tu appena conosciuto ricordo ancora cosa mi dicesti, prima con un Lei di prammatica, poi con un Tu che mi chiedesti di concederti vista la mia giovane età, con il quale esordisti "Senza offesa ma sembri un Bimbo! O come farai a vivere in questa tana di Lupi..."
Sai che, come ti dissi, per me non era una offesa ma anzi un complimento, arrivato da una persona che poi ho potuto conoscere meglio e che mi ha dato saggi consigli di cui ho fatto tesoro. Anche e sopratutto allora.
Tu eri ai tempi Presidente della Associazione Albergatori, volano economico della maggiore Industria Elbana. Un peso politico enorme, in un momento il 1988/1989 in cui il Turismo tirava ancora ma dava o meglio cominciava a dare segnali di una primogenita crisi che si è rivelata tale decenni dopo.
Tu avevi già evidenziato, e io con te, segnali o presagi funesti su cui si doveva intervenire per il futuro migliore dell'Isola d'Elba tutta. Sei stato profetico anche in questo.
Eri non solo un amico ma anche una saggia persona che pur nella mia giovane età e se pur nelle mie gravi responsabilità hai sempre rispettato nel proprio ruolo. E io con te.
Grazie per i consigli Boris, grazie per la amicizia e grazie anche per le divergenti opinioni che avevamo su alcuni temi, anche di tipo politico e sociale ma che sempre nel reciproco rispetto abbiamo condiviso.
Ora te ne sei andato e il vuoto che lasci è enorme. Come sempre ci si accorge di questo nel momento in cui non ci siamo più.
Hai però lasciato una eredità fatta di serietà, di professionalità, di educazione e di rispetto degli altri che al di là del credo o della opinione personale mi sono stati di grande insegnamento . E non solo a me....
Grazie della amicizia caro Boris, se sono quello che sono adesso lo devo anche a te.
Sentite condoglianze alla famiglia tutta. R.I.P.