Poggio si è svegliata stamani, sabato 4 agosto 2012, con i loro odorosi “ricordini” sparsi un po’ ovunque nelle stradine e nelle piazzette, persino nella centralissima piazza del Castagneto, il salotto del borgo. Non li hanno lasciati i cani che pure fanno la loro parte per la distrazione vacanziera dei loro padroni. Bensì mandrie di mufloni che scendono sempre più numerose a ridosso degli abitati con il favore della notte, sfidando l’uomo con la spavalderia delle bestie affamate e assetate che non hanno più nulla da perdere pur di assicurarsi la sopravvivenza. Sempre più frequenti gli incontri con i nottambuli che, avendo alzato il gomito, non credono ai loro occhi.
Assieme ai cinghiali hanno ridotto a terra bruciata il sottobosco, dove gigli e orchidee appartengono alla memoria dei nonni, mentre la prolungata siccità ha prosciugato fossi e corsi d’acqua. Forse riescono a sfamarsi con qualche torso di mela e i resti delle merende dei turisti. Purtroppo per loro non trovano una goccia d’acqua. A Poggio, come altrove, le risorse idriche sono ridotte allo stremo e le interruzioni dell’essenziale servizio si fanno sempre più frequenti provocando notevoli disagi agli umani e rubinetti asciutti alle fontanine assalite invano dai selvatici con le gole riarse.
Come frenare le devastanti incursioni notturne dei mufloni, peraltro battistrada degli ungulati? Comuni, Forestale e Comunità montana (ma non era stata cancellata?), potrebbero organizzare mense ed altre forme di assistenza per i bisognosi a quattro zampe. Si sa che altre misure più spietate incontrerebbero la dura reazione degli ambientalisti.
Romano Bartoloni
La Comunità Montana è stata cancellata ed è stata cancellata pure la Comunità dell'Arcipelago, così come l'Unione dei Comuni, i mufloni restano anzi prolificano e devastano al pari dei cinghiali, il Parco si svena per contenerli con abbattimenti e trappole e pochi si sognano di presentare il conto (almeno morale, quello finanziario dei danni sarebbe spaventoso) agli incommensurabili imbecilli (e ignoranti) che hanno introdotto all'Elba due specie allogene che hanno cambiato (probabilmente per sempre) il volto floro-faunistico dell'isola.
Ciò premesso, caro Romano, e premesso che sottoscrivo pressoché tutto quello che, molto bene, consentimi un appunto: quanto agli ambientalisti, non è proprio come dici dato che la più rappresentativa della associazioni ecologiste operante all'Elba è Legambiente, che ripetutamente si è espressa a favore della totale ERADICAZIONE di queste due specie dall'Elba (con preferenza mediante trappole ma non escludendo, laddove necessari, gli abbattimenti). Ringraziandoti
sergio rossi