Attraverso la controllata, al 100%, Autolinee Toscane Spa, i francesi di Rapt (quelli della Metro parigina) hanno vinto per 11 anni la gara unica del Trasporto Pubblico Locale (TPL) da 4 miliardi in tutta la Regione.
L'aggiudicazione provvisoria di novembre 2015 ai transalpini, che aveva visto soccombere le 14 società toscane raggruppate in Mobit (già pronte ai ricorsi), dopo le verifiche dei requisiti è ora definitiva.
Da gestire 1 milione di km l'anno, con il rinnovo del parco mezzi e con in prospettiva la possibile revisione-riduzione dei tracciati.
Tutto il percorso era partito nel lontano 2009 a fronte della costante riduzione delle risorse trasferite dai Governi centrali alle Regioni per il TPL, un percorso che aveva visto le allora Province come snodo dei territori, 'fotografando' le esigenze irrinunciabili della mobilità locale.
Proprio in quella sede, l'Elba, e in particolare il Comune di Portoferraio, avevano sollevato l'evidente sperequazione dei contratti di servizio esistenti da un decennio nella suddivisione dei costi a carico dei Comuni elbani.
Il Comune di Portoferraio infatti, in virtù di quei contratti, copriva (e copre tuttora per la proroga vigente) circa il 70% del costo del proprio servizio a fronte di una media degli altri Comuni del livornese del 30% (Nel 2009, per esempio, arrivarono al Comune di Portoferraio solo 174 mila euro dalla Regione a fronte di una spesa di 644 mila euro).
Nella sede politica delle Provincia di Livorno, tra il 2009 e il 2011, fu finalmente deciso di modificare i criteri di conteggio a carico dei Comuni che sarebbero scattati all'assegnazione della gara regionale ora conclusa, prevedendo quelli ovvi di abitanti e km percorsi, invece della distinzione tra 'servizi minimi e servizi aggiuntivi' (art 16 della D.Lgs 19/1/97 N° 422 conferimento alle Regioni e agli Enti Locali funzioni…in materia di TPL), la cui interpretabilità aveva così fortemente penalizzato l' Elba.
Poichè le Province sono scomparse non vorremmo che, in fase di stesura dei nuovi contratti di servizio ci si dimenticasse di questo passo in avanti che porterebbe -a parità di servizi erogati-nelle casse comunali medicee un tesoretto valutabile tra 2e 300 mila euro l'anno.
CR