Ha avuto un seguito l’episodio del ferimento dei due carcerati da parte di un compagno di detenzione all’interno della Casa di Reclusione di Porto Azzurro.
L’autore dello sconsiderato attacco, il trentottenne S.G. di nazionalità italiana, era stato posto in isolamento e precauzionalmente condotto anche in un settore diverso dell’istituto, ma nel pomeriggio di domenica 6 marzo in maniera del tutto imprevedibile, mentre si apprestava a consumare la sua “ora d’aria”, è stato affrontato da un gruppetto di detenuti, intenzionati a impartirgli una lezione.
Il risentimento degli altri carcerati era dettato dalla preoccupazione che dopo il – pur relativo – fatto di sangue, venissero a peggiorare le condizioni di tutti i detenuti, con un restringimento delle “concessioni” conquistate con una generale buona condotta ed atteggiamento collaborativo.
Solo che, sommando errore ad errore, anche la ramanzina, prima che la Polizia Penitenziaria potesse intervenire, è stata condita da alcune percosse inferte al trentottenne, tra le quali una probabile testata che gli ha procurato la frattura del setto nasale e ne ha determinato il ricovero all’ospedale di Portoferraio.
Dopo questo episodio, al fine di calmare le acque nell’Istitututo, la Direzione della Casa di reclusione ha operato perché, terminato il primo trattamento terapeutico nell’ospedale portoferraiese, il detenuto fosse direttamente trasferito ad altro carcere. Ed S.G. è stato infatti direttamente condotto nella struttura sanitaria interna al Carcere di Pisa a cui è stato associato.
Ovvio che, pure di questa ultima vicenda, sia scattata la segnalazione - per i provvedimenti di competenza - all'Autorità Giudiziaria, dei "vendicatori non autorizzati".
S.R.