Ha cessato di vivere dopo una lunga malattia, a 79 anni, Rosalba Saito, la "maestra" che aveva a lungo prestato servizio nelle elementari del Comune di Campo, a Pianosa, La Pila e soprattutto per molti anni a San Piero dove insegnò fin quando il plesso del paese collinare restò attivo.
A San Piero la Saito, di origini liguri, si era sposata e risiedeva, ritagliandosi un attivo ruolo nella vita culturale della comunità locale. Con il consorte si era adoperata per la continuità del "Maggio cantato di San Piero" una delle più importanti tradizionali manifestazioni della cultura popolare isolana e del suo patrimonio etnomusicologico. Dei suoi scritti furono trasposti in linguaggio teatrale da Francesca Ria nella realizzazione del suo lavoro "Spiriti danzanti nel paese della pietra".
Persona buona e gentile, la "Maestra" Rosalba lascia un bel ricordo di sé in quanti hanno avuto occasione di conoscerla e di apprezzarne le doti umane.
Ne è testimonianza la bella lettera di una sua ex-allieva Rebecca Simòne Vatalaro che pubblichiamo qui di seguito:
Cara maestra Rosalba,
Mi vengono le lacrime agli occhi e tu mi diresti che non occorre piangere sul latte versato, me lo hai detto tante volte quando combinavo disastri. Mi vengono le lacrime perchè ho pensato tanto a te in questi anni, ho pensato che avrei voluto venirti a trovare, e poi non ne ho mai avuto il coraggio.
Perchè mi è mancato il coraggio? Forse quando si cresce si inizia ad aver paura dei propri sentimenti e io avrei voluto ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me e temevo che se fossi venuta a da un lato ti avrebbe fatto piacere e dall'altro ti sarebbe stato anche triste ricordare bei momenti, come lo sarebbe stato per me. Spesso la tristezza però fa parte della vita ed è l'altro lato di una medaglia che comprende anche la gioia e la felicità. Ti dirò ora, anche se tardi, che ti ringrazio e non smetterò di raccontare, anche di te, a chi mi chiede perchè fra qualche anno vorrei insegnare, e diventare quello che tu e pochi altri insegnanti siete stati per me e per tanti altri alunni.
Ti ringrazio perchè davanti ai miei dispetti e la mia cattiveria hai saputo vedere vivacità e voglia di fare ed imparare, e dopo l'inizio difficile del nostro rapporto, hai saputo credere in me e darmi pane per i miei denti, portando la mia mente e il mio cuore all'avvio di quello che è stato il mio percorso più bello, quello della vita e dell'apprendimento.
Sapevo già leggere, ma non sapevo scrivere o fare i conti, e tu mi hai insegnato non solo tutto il resto che dovevo imparare ma molto di più. Finivo in fretta i compiti assegnati e poi mi annoiavo, iniziavo a disturbare e fare dispetti, tu mi hai resa la tua assistente, hai capito che non dovevi riprendermi o tarparmi le ali, ma stimolarmi in modo diverso, e mi hai fatto sentire importante e capace. È proprio questo alimentare la mia diversità, rendendola bella ai miei occhi, che tu per prima mi hai reso possibile amare la scuola, e questo riuscivi a farlo con ogni bambino. Avevi una passione nel tuo lavoro che ti permetteva di trovare in ognuno quello che gli altri vedevano come un difetto e tramutarlo in una grande dote.
I bambini vanno indirizzati all'industriosità con la curiosità, la fiducia in loro stessi e creando per loro un mondo di colori e bellezza, e tu lo sapevi e lo avevi capito nonostante già x me non fossi un'insegnante giovanissima e fresca di studi. Eri la dimostrazione che non c'entra essere di ultima generazione per avere metodi innovativi ma basta ascoltare la propria etica e renderla un valore per chi ci sta intorno.
Non so se, vista la mia 'vivacità' avessi trovato un'insegnante più severa e inquadrata se sarei dove sono ora, con gli stessi sogni e lo stesso amore per lo studio e per la nostra scuola, quella italiana. Vorrei un giorno insegnare e difendere ciò che stiamo perdendo, l'amore per la cultura.
Vorrei come hai fatto tu essere un punto di riferimento e guidare i passi dei bambini e dei ragazzi verso la strada che per ognuno di loro è la più ricca di avventure. Le avventure sono anche lacrime purtroppo quindi anche se tu per questo mi avresti incoraggiata a non piangere lo farò.
Ricordo le tue interminabili note sul mio diario quando ci siamo conosciute, ma ricordo poco tempo dopo anche le parole che, dopo avermi capita, mi hanno spronata a divebtare migliore. Mi dicesti che avevo l'animo del poeta, beh tu avevi l'animo di una guida.
E spero che nella tua grande intelligenza e sensibilità tu ti sia sentita orgogliosa di quello che hai fatto per tutti noi. Ti ringrazio davvero di cuore perchè in parte devo a te il mio futuro. E mi dispiace davvero di non aver avuto abbastanza coraggio per potertelo dire, spero di non averti delusa da questo punto di vista.
La tua alunna, Rebecca