Aveva iniziato il turno di guardia medica presso il distretto di Rio Marina alle ore 20 ed avrebbe dovuto concluderlo alle ore 08.00 dell’indomani. Ma i Carabinieri dell’Aliquota Operativa e Radiomobile della Compagnia di Portoferraio lo hanno sorpreso, alle 23 circa del 27 aprile, in Portoferraio, nei pressi della sua abitazione, fuori dal suo territorio di competenza, alla guida dell’autovettura di proprietà della A.S.L. nr.6 di Livorno, insieme alla compagna straniera, in evidente stato di ebbrezza alcoolica, certificata contestualmente mediante l’utilizzo dell’etilometro in dotazione ai militari che faceva registrare un tasso di alcool presente nel sangue pari a 1,72 g/l. Il professionista ha tentato di giustificare la scriteriata condotta asserendo di doversi recare con urgenza per assistere un suo parente che aveva fatto richiesta ma i Carabinieri hanno accertato che si trattava di un’invenzione in quanto il parente si trovava addirittura fuori Elba. Ma gli investigatori erano già da tempo sulle tracce del medico che era stato segnalato proprio per le presunte scorrettezze in servizio ed i numerosi interventi in stato di ebbrezza che il professionista sembrava palesare. Anche la stessa amministrazione sanitaria dell’Elba aveva già avviato dei procedimenti interni per appurare quanto segnalato dimostrandosi molto collaborativa con gli inquirenti che hanno raccolto una serie di elementi che, ad oggi, inchiodano il medico di fronte alle proprie responsabilità.
L’Autorità Giudiziaria livornese era stata già informata dagli stessi militari ed il Magistrato ha deciso di emettere la misura cautelare interdittiva della sospensione del servizio medico della continuità assistenziale presso il distretto di Rio Marina per la durata di 12 mesi, proprio sulla base delle risultanze investigative da parte dei Carabinieri i quali avevano già avuto modo di acclarare le ripetute assenze dall’ambulatorio, non sempre giustificate dal medico con le relative visite domiciliari, seppur nelle difficoltà strettamente connesse al ruolo dirigenziale di cui il professionista è titolato.
Il medico adesso dovrà rispondere all’Autorità Giudiziaria labronica dei reati di truffa aggravata continuata ai danni dello Stato, peculato ed interruzione di un pubblico servizio con pene che, complessivamente, possono raggiungere i dieci anni di reclusione oltre alle sanzioni accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici.
Inoltre al medico è stata ritirata la patente di guida e verrà sottoposto ad ulteriore procedimento penale per guida in stato di ebbrezza alcolica e rischia una condanna che può raggiungere i 6000 Euro di ammenda.