Mancano all’appello, o meglio all’inventario, alcuni reperti archeologici che erano conservati all’interno del Museo Civico Archeologico della Linguella di Portoferraio.
L’assenza di alcuni pezzi (definiti di grande valore) è stata rilevata diversi mesi fa durante un normale controllo sulle giacenze della struttura museale effettuato dalla Soprintendenza Archeologica della Toscana ed è stata segnalata al Comune di Portoferraio, proprietario del museo e del suo contenuto, e gestore dello stesso patrimonio attraverso la sua partecipata “Cosimo de Medici”.
Ma della delicata vicenda è stata investita anche la Procura che ha aperto un fascicolo sulla vicenda e che per lo sviluppo delle sue indagini si è avvalsa del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze dei carabinieri che hanno già acquisito documentazione inventariale sia presso il Comune che alla “Cosimo”.
Nulla ancora è trapelato sulle risultanze del lavoro degli inquirenti, neppure relativamente a quali siano i reperti “assenti”, in una vicenda che è difficile perfino collocare nel tempo (quando sarebbero stati presi gli oggetti?) ed ispira più di una perplessità,
Ad esempio siamo rimasti (non da soli) piuttosto sorpresi dalla valutazione monetaria (si è parlato di decine di migliaia di euro) di quanto sarebbe stato sottratto o comunque risulta mancante.
Eravamo convinti che al di là del grande valore documentativo dei reperti, conservati in quella che è una contenuta ma interessante struttura museale, i pezzi esposti avessero un valutazione pecuniaria relativa, e fossero di relativa commerciabilità.
Ragione comunque in più per augurarsi un proficuo svolgimento delle indagini ed un “ritorno alla base” del materiale.