Nei giorni scorsi Legambiente Arcipelago Toscano ha ricevuto per conoscenza una richiesta di accesso agli atti, inviata al Commissario prefettizio e all’ufficio tecnico del Comune di Campo nell’Elba e riguardante la questione di Galenzana, presentata da una Signora che solleva un caso che ci sembra grave e che fa riferimento alle questioni riguardanti la sentieristica del Parco denunciate da anni da Legambiente, escursionisti e cittadini e ma mai affrontate dagli Enti interessati.
La signora riferisce di una nuova chiusura di un sentiero a Galenzana e del tentativo – poi fortunatamente rientrato – di impedire che si prestasse soccorso a un bambino che aveva avuto un malessere, utilizzando una ruspa per bloccare l’accesso.
Eppure, più di un anno fa, durante una riunione convocata dall’allora vicesindaco del Comune di Campo nell’Elba, di fronte alla prepotenza dei proprietari dell’agriturismo di Galenzana che non intendevano riaprire un sentiero definito pubblico dal Corpo forestale dello Stato, il rappresentante del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano disse che l’Ente Parco non avrebbe rilasciato nessun nulla-osta per gli ampliamenti e i nuovi accessi a Galenzana se la proprietà non avessero risolto i problemi della sentieristica.
Il risultato è che sono stati evidentemente rilasciati dei nulla-osta per gli ampliamenti delle costruzioni esistenti a Galenzana mentre la sentieristica è ancora più privatizzata di prima.
Anche per quanto riguarda i lavori in corso continuano a giungere a Legambiente numerose segnalazioni e foto su una copiosa produzione di macerie che vengono accumulate direttamente sul terreno, senza un apparente contenimento, a danno della vegetazione esistente e che il Parco dovrebbe proteggere.
Inoltre, Legambiente ha ricevuto diverse segnalazioni che ad agosto, in pieno divieto di accendere fuochi all'aperto e mentre l'Elba era in emergenza incendi, la mattina presto a Galenzana si bruciava il materiale di risulta dei tagli di vegetazione che sono stati compiuti nelle ultime settimane, tanto che sarebbero intervenute anche le forze dell’ordine.
Una situazione che quindi sembra essere andata ancora di più fuori controllo e segnata dalla prepotenza di alcuni privati che sembra non avere freni.
Il rappresentante delle associazioni ambientaliste nel Direttivo del Parco nazionale ha chiesto spiegazioni sulla situazione di Galenzana e se tutto quel che sta avvenendo sia conforme con i nulla-osta del Parco e ai vincoli posti per un’area che fa parte di una Zona speciale di conservazione e di una Zona di protezione speciale dell’Unione europea e anche che del caso di Galenzana (ma anche di Mola) se ne parli in un prossimo Consiglio direttivo del Parco Nazionale.
Alleghiamo la lettera di segnalazione inviata a Legambiente Arcipelago Toscano ed alle Autorità competenti
La sottoscritta Laura Pagnini, nata a Castiglione della Pescaia il 27 maggio 1965 e residente in Campo nell'Elba via Pian di Mezzo n. 176, espongo quanto segue:
in data 21 Agosto 2016, sulla spiaggia denominata Galenzana, sita in Campo nell'Elba loc. Marina di Campo, si è verificato un episodio che può far riflettere sulle problematiche connesse alla fruizione "pubblica" dell'accesso che conduce alla spiaggia di Galenzana e la sua gestione da parte dei vari Enti interessati.
Verso le ore 17,00, sulla spiaggia de quo, mio figlio di soli 9 anni, ha avuto un malessere chiedendo ai bagnini ivi presenti di poter tornare a Marina di Campo dai genitori.
Pertanto, venivo contattata dal signor A.G. sulla necessità di dovermi recare sul predetto arenile e non avendo più la possibilità di recarmi da mio figlio via mare, ho inviato immediatamente un mio dipendente munito di macchina al fine di recarsi a prendere mio figlio per portarlo al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Portoferraio.
Il mio dipendente, giunto sul posto e fatto salire il bambino a bordo della predetta auto, una volta ripresa la marcia per rientrare a Marina di Campo, si è trovato la strada bloccata da una ruspa e da due persone, individuate come il proprietario del podere ed il suo fattore.
Venivo immediatamente avvisata dell'accaduto precisandomi altresì che il sig. re Vinai, aveva detto che se avessi voluto prendere il bambino sarei doveva andare personalmente, per discutere sull'utilizzo della strada che porta a Galenzana.
Ciò che mi preme mettere in evidenza è che il signor Vinai, unitamente al suo fattore, con questa loro azione impedivano, di fatto, il dovuto soccorso al bambino.
Sono in grado di fornire testimoni oculari di quanto accaduto, nelle persone di E.P.- A.G. — C.G.
Alla luce di quanto accaduto si chiede a Codeste On/li Amministrazioni:
1- Quale è la viabilità da ritenersi di uso pubblico consolidatasi sia in diritto che per gli "usi civici" riguardante l'utilizzazione della cala di Galenzana. Sono legittime le opere eseguite per impedirne l'accesso consistenti nell'apposizione di un "cancello" e di una "sbarra"?
2- Quali sono gli interventi che Codesti Enti vorranno adottare affinché sia salvaguardato e tutelato l'uso storico di queste aree che attestano sulla spiaggia di Galenzana affinché non si ripetano quei fatti incresciosi avvenuti il 21 Agosto u.s.
3- Le mappe storiche catastali e lo stato rilevabile da "Google" e dalla stessa cartografia regionale evidenziano e confermano uno stato dei luoghi di natura pubblica ben diverso da quello attualmente verificabile. Si resta in attesa di un pronto intervento.
Cordialmente,
Laura Pagnini