Nel corso dello svolgimento di un servizio mirato alla repressione del traffico di sostanze stupefacenti ed altri traffici illeciti, una pattuglia della Guardia di Finanza di Portoferraio notava, nel corso del mese di ottobre, un incontro, nel tardo pomeriggio, nel centro storico di Portoferraio, tra due italiani, poi risultati già gravati da precedenti penali per spaccio di droga.
Poche ore più tardi, questa volta nei pressi del cimitero, osservava nuovamente uno dei due che si aggirava a piedi e solitario lungo una strada poco illuminata.
Insospettiti, i militari decidevano di effettuare un controllo nei confronti di quest’ultimo soggetto, di circa quarant’anni, il quale, da subito, si dimostrava riottoso.
Alla luce del suo sempre crescente stato di agitazione, la pattuglia decideva di condurlo in caserma per un più approfondito controllo. Durante il tragitto, molto probabilmente conscia che di lì a poco sarebbe stata sottoposta a perquisizione, la persona consegnava ai militari un involucro di cellophane, abilmente occultata negli slip, contenente circa 50 grammi di hashish.
La successiva perquisizione personale e domiciliare dava esito negativo.
Una volta in caserma, i militari interrogavano il soggetto, alla presenza del suo avvocato di fiducia: l’interrogato, mostrandosi collaborativo, rivelava l’identità di colui il quale gli aveva ceduto lo stupefacente. Successivamente, sentito il magistrato di turno, il quarantenne veniva posto agli arresti domiciliari. A carico dello stesso, dipendente di una ditta privata, vi era già una condanna, nel 2011, con giudizio immediato, a due anni di reclusione e 2.000 euro di multa per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti; pena mai scontata per l’intervenuta sospensione condizionale della stessa.
Atteso che le dichiarazioni accusatorie dell’arrestato risultavano attendibili, essendo state corroborate da puntuali, successivi riscontri da parte dei militari, il magistrato chiedeva al competente giudice per le indagini preliminari l’adozione di una misura cautelare anche per il fornitore, anch’egli elbano, titolare di un’attività commerciale, identificato proprio nell’altro soggetto incontrato dal quarantenne nel centro storico di Portoferraio.
Il G.I.P., a fronte del compendio indiziario esistente, riteneva sussistente una concreta ed attuale esigenza di tutela della collettività, richiamando, tra l’altro, i precedenti specifici che gravavano sul soggetto, quali una condanna risalente al 2001 e, soprattutto, una ulteriore, riportata appena pochi mesi fa, ad anni 2 e mesi 4 di reclusione, con il rito del patteggiamento, all’esito di un procedimento che lo aveva visto sottoposto ad una misura cautelare detentiva.
Il soggetto veniva sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di residenza e all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria con frequenza quotidiana.
Continuano, dunque, incisive attività di controllo del territorio da parte dei militari della Guardia di Finanza elbana, anche su indicazioni della Procura della Repubblica, volte a soddisfare il bisogno di sicurezza della collettività.