Ritorniamo oggi su un fatto di cronaca avvenuto ormai 5 anni fa, il 28 novembre 2012 quando Ugo Geri, capoliverese, è stato derubato e violentemente picchiato nella sua casa in località Pareti.
E di questi giorni la notizia che il basista della rapina Alexei Procopenco, cittadino moldavo domiciliato a Capoliveri al momento del fatto, che fece perdere le sue tracce solo alcuni giorni dopo l'arresto dei rapinatori, è stato fermato ed arrestato ad Odessa e dopo un lungo iter burocratico si è potuto ottenere per lui, ormai latitante dal 2013, l'estradizione in Italia per poterlo processare.
Ma ricostruiamo i fatti, nel tardo pomeriggio del 28 novembre 2013, tre malviventi si sono introdotti nell'abitazione di Geri che era solito in quell'orario uscire a passeggio con il suo cane.
I rapinatori, ben informati sulle abitudini del malcapitato, erano alla ricerca di denaro contante che però non hanno rinvenuto cosicchè hanno atteso il rientro di Ugo Geri e lo hanno percosso violentemente nella speranza di recuperare il denaro.
L'uomo che, come ha poi dichiarato, non aveva grandi quantità di denaro in casa, è stato legato con delle fascette da elettricista e violentemente picchiato fino a fargli perdere i sensi.
Una volta rinvenuto, il Sig. Geri, con l'aiuto di un vicino, è riuscito ad allertare le Forze dell'Ordine che immediatamente si sono attivate nelle ricerche.
Già nelle prime ore del giorno successivo i tre rapinatori sono stati fermati sul porto di Portoferraio intenti ad imbarcarsi per lasciare l'isola, ma una volta accortisi che erano nel mirino dei Carabinieri uno dei 3 ha cercato di scappare a piedi, ma è stato individuato in poco tempo (nascosto nell'edifico ex ENEL), gli altri due sono stati fermati e controllati.
L'auto sulla quale viaggiavano, un'Alfa 157 rossa, di proprietà di Procopenco, è stata perquisita e sono stati rinvenuti, ben occultati, la refurtiva (460 euro in contanti e 27 orologi della collezione privata di Geri) e due pistole, una calibro 9 con matricola contraffata con 7 colpi in canna, dotata di un silenziatore fatto artigianalmente ed una calibro 8 caricata a salve con 6 colpi ed altri 46 in una scatola.
I tre, di origine moldava, Sergiu Gudiam, Vlad Petresku e Ruslan Cociug, sono stati immediatamente condotti in carcere perchè colti in flagranza di reato e processati con rito abbreviato per rapina aggravata, lesioni aggravate, detenzione abusiva di armi clandestine e ricettazione, la pena inflitta in primo grado è stata di 9 anni di reclusione e 2000 euro di multa, con il ricorso in appello hanno ottenuto una diminuzione della pena, per poi arrivare in Cassazione con una pena definitiva di 6 anni, che stanno già scontando nelle carceri di Livorno e Pisa.
Nonostante gli inquirenti non abbiano mai abbassato la guardia, perchè era evidente che qualcuno avesse fornito ai rapinatori informazioni dettagliate per effettuare il colpo ed il fatto che la compagna di Procopenco fosse a servizio a casa di Ugo Geri, nessuna prova certa riconduceva ad un legame tra quest'ultimo ed il grave e violento reato perpetrato, è stata necessaria la dichiarazione di uno dei condannati per poterlo incastrare.
Il 13 novembre 2013 il GIP di Livorno emette un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Alexei Procopesco, che però a distanza di soli tre giorni dall'arresto dei 3 rapinatori aveva fatto perdere le sue tracce, è stata quindi necessaria la collaborazione dell'Interpol per rintracciare il latitante.
Nel gennaio del 2014 Procopenco viene fermato ed arrestato a Minsk in Bielorussia, il tempo è però tiranno, la documentazione per la richiesta di estradizione giunge all'Ambasciata con due giorni di ritardo rispetto alla scadenza e il basista viene rilasciato, ma è ancora latitante.
Procopesco viene poi nuovamente fermato ad Odessa in Ucraina il 18 giugno del 2016, e grazie all'impegno profuso dal Procuratore Capo di Livorno il Dott. Ettore Squillace Greco, il Sostituto Procuratore Fiorella Marrace, il Dott. Giancarlo Ferrucci della Procura generale di Firenze ed il Dott. Ragozzino del Ministero di Giustizia, questa volta la documentazione completa riesce a raggiungere nei tempi stabiliti l'Ambascita ucraina e viene decisa l'estradizione per Alexei Procopesco.
Il 23 marzo scorso, finalmente, Procopenco è stato condotto in Italia dall'Interpol presso il carcere di Rebibbia e sarà presto trasferito al Carcere di Livorno per poter essere interrogato all'interno del processo che ormai in fase di dibattimento.
A Procopesco vengono imputati gli stessi reati dgli altri tre con l'aggravante del concorso di reati e della latitanza, si presume che gli venga comminata una pena maggiore rispetto a quella inflitta ai correi rapinatori.
Leggi anche: CAPOLIVERI, RAPINATO A CASA UGO GERI CARABINIERI E MALTEMPO FERMANO I TRE REI