Luciano Donati,"il conte" per i più, semplicemente "Lucianino" per gli intimi, se n'è andato.
Come nel "il cielo in una stanza" di Gino Paoli,la sua preferita,dopo aver lottato con tutte le forze contro la terribile malattia che da quasi due mesi,a parte un breve ritorno a casa, lo costringeva in quella camera del nostro ospedale, d'improvviso e da buon anarchico bohemien, più gentile, romantico e ribelle che lottatore comunista come suo fratello Marcello e la maggior parte dei loro compagni portuali, ha buttato giù quelle quattro pareti e, accompagnato dal suono di un'armonica, sorvolando alberi infiniti, ha raggiunto sua mamma Giulia, che come al solito,quando l'ha rivisto dopo tanto tempo,gli ha detto: "Riverito, o dov'eri? Una telefonata me la potevi anche fa!"
Ciao Zio, dai retta a nonna: "Non uscì spettorato, non andà a letto domani mattina, non fumà, non bè, e sistemati con una".
Ma tanto lo sa anche lei che continuerai a fa come ti pare e che la prossima storia nascerà sulle note di "Piccola Venere" dei Camaleonti!
Un grazie particolare a tutto il personale dell'ospedale di comunità di Portoferraio, per la loro grande umanità e per la passione che mettono nel loro difficilissimo e delicato lavoro.
A proposito della vecchia guardia dei lavoratori portuali di Portoferraio, un grazie infinito al compagno "Arturino"
Michel