E' elbano uno degli arrestati nelle prime ore di Mercoledì 11 Ottobre in un'operazione disposta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Toscana.
Si tratta del Dott. Evans Capuano, esercitante la professione di commercialista in Follonica ma nato a Portoferraio il 3 Giugno 1960.
Al professionista, titolare di un avviato studio ed iscritto alla Massoneria, vengono contestate pesantissime ipotesi di reato come l'essere l'orchestratore di manovre intimidatorie, estorsive ed atti lesivi nei confronti di un imprenditore, poste in essere da soggetti gravati da precedenti penali, al fine di rientrare in possesso di un bene immobile che gli era stato fittato.
Secondo gli inquirenti il Capuano, come il co-indagato Angelo Murè, raggiunto da un'ordine di carcerazione di carattere al momento cautelativo, si avvaleva anche dei servigi di un cancelliere del Tribunale di Grosseto (che risulta a sua volta indagato per corruzione) che gli forniva notizie riservate in ordine a procedimenti giudiziari di suo interesse.
questo il testo integrale del comunicato stampa del comando provinciale di Carabinieri di Grosseto:
Nelle prime ore della mattinata di oggi, 11 ottobre 2017, in Follonica, i carabinieri del Comando Provinciale di Grosseto, in collaborazione con i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, hanno eseguito una misura cautelare in carcere a carico di:
• CAPUANO Evans, toscano, classe 1960, residente a Follonica, commercialista;
• MURÈ Angelo, catanese classe 1970, residente a Scarlino, imprenditore, con precedenti penali per associazione per delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio e danneggiamento seguito da incendio nonché pregiudizi di polizia per estorsione e minacce aggravate.
Il provvedimento è stato emesso dal GIP presso il Tribunale di Firenze su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del locale Procura della Repubblica in relazione ai gravi indizi di colpevolezza raccolti nei confronti degli odierni arrestati, ritenuti, in concorso tra loro, responsabili del reato di estorsione aggravata dall’utilizzo del metodo mafioso (art. 629 I e II co. C.p. e art. 7 D.L. n. 152/91) nonché, a vario titolo e in concorso con altri, di furto, lesioni personali e danneggiamento seguito da incendio.
Le indagini, coordinate dalla DDA e condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Grosseto con il contrbuto del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, si sono protratte dal settembre 2014 al gennaio del 2016 e hanno consentito di ricostruire come il CAPUANO, avvalendosi della collaborazione del MURE’ e di altri soggetti gravati da precedenti penali e di polizia, abbia posto in essere nei confronti di un imprenditore al quale aveva affittato dei capannoni per l’esercizio di attività economiche, una serie di atti intimidatori di crescente intensità al fine di rientrare in possesso dei suddetti capannoni estromettendo l’imprenditore dalle attività avviate, fino a costringerlo a cessarle e a trasferirsi altrove. Lo stillicidio di atti intimidatori al quale l’imprenditore e alcuni dei suoi collaboratori sono stati sottoposti va dalle minacce rivolte verbalmente anche all’incolumità dei familiari, alle percosse, fino all’attentato incediario e alla materiale sottrazione dei beni custoditi nei capannoni.
L’attività estorsiva si è estrinsecata, tanto per la caratura criminale del MURE’, che si è occupato di coordinare ed eseguire materialmente l’attività intimidatoria orchestrata dal CAPUANO, che per il ripetuto riferimento fatto in presenza della vittima circa l’esistenza di un nutrito gruppo di persone dietro le condotte intimidatorie, con modalità tipicamente mafiose, finalizzate a ingenerare nella vittima una condizione di assoggettamento e di omertà: di qui la contestazione agli indagati dell’aggravante di cui all’art.7 D.L. 152/1991, che riguarda, nel caso di specie, la commissione di reati avvalendosi delle condizioni previste dall’art.416 bis c.p..
L’attività investigativa svolta ha consentito altresì di accertare come il CAPUANO si avvalesse anche della collaborazione di un cancelliere in servizio presso il Tribunale di Grosseto (indagato per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio) che gli forniva notizie riservate in ordine a procedimenti giudiziari di suo interesse ovvero indebite consulenze di natura procedimentale su di essi.
Il contesto emerso dalle indagini indica come il CAPUANO si muovesse in maniera sistematicamente spregiudicata, perseguendo i propri fini senza scrupoli, non esitando a fare ricorso a sistemi illegali laddove quelli legali non gli consentissero di raggiungere gli obiettivi prefissati. In una sostanziale presunzione di impunità, l’indagato aveva riunito attorno a sé un gruppo di individui, alcuni dei quali pregiudicati, dei quali si avvaleva per intimidire chi gli si opponeva per ragioni di affari o di natura privata.
Nel corso dell’operazione sono state effettuate anche numerose perquisizioni, unitamente a personale della Guardia di Finanza, a carico di indagati e altri soggetti coinvolti a vario titolo nella vicenda.