Altri sviluppi del “caso dell’ascensore” e ad annunciarli è un dettagliato servizio dei colleghi del Tirreno che appare oggi venerdì 25 Gennaio sulle pagine del quotidiano.
Si apprende dunque che la famiglia della Sig.ra Neva Gasparri, deceduta lunedì scorso mentre saliva sulla rampa di scale esterna che conduce al piazzale dell’ospedale, sta raccogliendo il materiale necessario per promuovere un azione legale, tesa alla verifica delle eventuali responsabilità dell’ASL nel determinarsi della vicenda.
Ma se ad alimentare la discussione pubblica sul caso è stata quasi esclusivamente la parte della vicenda relativa al mancato (ormai semestrale) funzionamento dell’ascensore che ha forzato la fortunata settantottenne a percorrere la scala a piedi, sono anche altri gli aspetti dell’accaduto che i suoi familiari si apprestano a contestare.
La Gasparri, stroncata da un attacco cardiaco mente si recava ad effettuare un prelievo per le analisi del sangue, era stata dimessa appena tre giorni prima, alle 14 di Venerdì 18, dalla stessa struttura ospedaliera, nella quale era ricoverata per una patologia cardiaca, che i sanitari dovevano aver quindi giudicato, almeno per quanto riguarda la fase acuta, risolto, anche applicando una diversa terapia farmaceutica. I suoi familiari ipotizzano che un periodo più lungo di osservazione della paziente avrebbe forse potuto condurre ad un diverso esito, e fruendo dell’assistenza sia di un loro legale sia del Tribunale dei Diritti del Malato, stanno preparando la documentazione necessaria a dar battaglia su due fronti.