Carissimi signori, preso atto del vostro zelo nel divulgare "NOTIZIE" su questioni che riguarderebbero l'associazione che rappresento (A.S.D. I Selvi), sarei onorato se poteste quantomeno controllare, correggere e pubblicare una versione che non discosti dalla realtà e non riporti menzogna nei nostri riguardi.
Signor Rossi, se Lei si fosse astenuto dall'INTERPRETARE il testo della delibera della giunta comunale di Campo nell'Elba N°133 del 22/12/2012, con oggetto "Concessione uso impianto sportivo comunale sito in Località Seccheto", riportandone solamente il contenuto, avrebbe pubblicato senza dubbio un articolo di minor impatto, ma al contempo VERITIERO.
Nel Suo articolo viene insinuata partecipazione, quindi complicità da parte nostra, in quello che per Lei è un presunto irregolare bando di affidamento di bene pubblico; l'articolo 368, libro secondo, titolo terzo, Capo 1 del codice penale definisce questa affermazione, Calunnia.
L'associazione, di cui sono presidente, è completamente estranea ai fatti da Voi citati, difatti il nostro nome compare nella suddetta delibera come sola richiesta del sito, (tale richiesta venne da noi ritirata in seguito, in quanto la Ns. associazione non era più interessata), il documento continua dicendo esplicitamente che un' altra associazione, diversa dalla nostra, ha accettato e sottoscritto i termini per usufruire del sito di cui in oggetto.
Riassumendo, i circa 25 soci della associazione sportiva dilettantistica I Selvi, da me qui rappresentati chiedono gentilmente che venga smentita ogni calunnia e corretto ogni errore da Voi pubblicato nel citare il nostro nome.
Invitiamo inoltre, sempre gentilmente, i Signori Sergio Rossi e Stefano Taglione, e le testate "Elbareport" ed "Il Tirreno", qualora in futuro si parli della nostra associazione, di non tentare nuovamente atti di calunnia od infangamento nei nostri confronti.
Valerio Battistini
Eg. Sig. Battistini
Notiamo per iniziare che anche lei ha interpretato, in quanto noi non abbiamo parlato di violazioni di legge (se vi sono state non spetta a noi stabilirlo), bensì di inopportunità che quei beni pubblici, che potevano essere appetiti anche da altri soggetti, siano stati affidati direttamente a chi ne usufruirà in luogo di procedere ad un bando.
Punto secondo: ci fa piacere che l’associazione da lei rappresentata (sia pur successivamente alla richiesta, per sua ammissione) abbia deciso di non concorrere ad una INOPPORTUNA assegnazione, ne prendiamo atto e ne diamo pubblicità in bella evidenza con questo articolo, così come ci attendiamo, per coerenza, che non ci sia in futuro da parte dei “Selvi” fruizione indiretta di quelle strutture (altrimenti saremmo al giochino di bussolotti).
Punto terzo: la invitiamo ad una maggiore avvedutezza nell’uso dei termini che usa nello stigmatizzare i nostri a suo parere eventuali errati comportamenti: ci consenta di ricordarle a tal proposito il testo dell’art. 368 del codice penale, che avremmo secondo lei violato, e che recita:
“Articolo 368. Calunnia. Chiunque, con denunzia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta all’Autorità giudiziaria o ad altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato, è punito con la reclusione da due a sei anni”.
Come, riferendo a chi e di quale reato avremmo incolpato i “SELVI”, soprattutto sapendoli innocenti?
Si rende bene conto di quanto grave ed infamante è definire “calunniatori” (oltre che infangatori) persone che per decine di anni hanno fatto onestamente e correttamente il loro lavoro di informatori?
Sig. Battistini dare di calunniatore al prossimo (e lei lo fa per ben tre volte nella sua lettera) non è acqua fresca, men che mai lo è quando ci si riferisce a chi comunica per professione. Non è acqua fresca, e qui sì si potrebbero individuare gli estremi di un reato.
Orbene noi possiamo pure discutere se siamo stati più o meno precisi nel riportare una notizia, che comunque aveva corpo e fondamento, ma non permettiamo a lei come a nessun altro di insultarci, di farci passare per dei consci falsificatori della realtà.
Veda Battistini in altre occasioni qualcuno sentitosi toccato e offeso da quello che avevamo scritto è ricorso (come diritto di ogni cittadino) alle vie legali: ministri della Repubblica, armatori, potenti imprenditori, amministratori ci hanno citato o querelato in questi 40 anni, e per sette volte su sette è finita (senza prescrizioni o altre scappatoie) con il riconoscimento della correttezza del nostro operato. Ma in ogni caso quello che ci veniva contestato era una “semplice” diffamazione.
Ora se lei, per primo, con la sua associazione, ritiene che nei nostri comportamenti ci siano nientedimeno che gli estremi della ben più grave calunnia ci denunci pure. Glielo sconsigliamo cordialmente però, nel suo interesse, potrebbe farsi male.
Se al contrario desidera che in futuro ci siano corretti e proficui rapporti tra la sua associazione e la nostra testata, siamo ben disposti, a patto che non ci vengano rivolte ingiustificate offese che non abbiamo alcuna intenzione di tollerare.
sergio rossi