Non è difficile capire quanto la drammatica scomparsa di Miguel Moutoy, per tutti "il Generale Bertrand", abbia sconvolto la nostra isola. Le centinaia di testimonianze sui social parlano da sole. Amato da tutti per la sua cordialità, educazione, gentilezza, disponibilità, Miguel univa la sua passione per l'Imperatore all'amore per l'Elba e gli Elbani.
Immancabile a qualsiasi celebrazione o rievocazione storica, instancabile nel suo perorare la causa di un Monumento da dedicare all'uomo che, piaccia o meno a qualcuno, è indiscutibilmente il più formidabile "promoter" del nostro scoglio nel mondo intero, se ne è andato senza riuscire a vedere il suo sogno realizzato. Non solo: da qualche anno si era reso disponibile a mettere a disposizione gratuitamente la sua formidabile collezione di reperti e cimeli per la realizzazione di un Museo, chiedendo solo le più banali garanzie assicurative e di "decoro" dell'esposizione.
Muri di gomma, aveva trovato solo muri di gomma.
Evidentemente, ai gestori della "cosa pubblica", quando non ballano cospicui finanziamenti, quando la posta in gioco non consente di gestire centinaia di migliaia di euro per costruire aberranti gattaie, fantomatici canili o dissennati dissalatori, passa qualsiasi fantasia.
E tutto mentre si blatera di "destagionalizzazione" senza minimamente pensare a come e quanto i tempi siano cambiati.
Il turismo scolastico è finito: i ragazzini sono numericamente sempre di meno, si scelgono da soli le "gite" - e le discoteche di Parigi o Barcellona sono certamente più attraenti delle orchidee del Perone - e gli stessi insegnanti hanno sempre meno voglia di assumersi gratis tutti i rischi che comporta accompagnare torme di scalmanati ispirati da Guru come Sfera Ebbasta.
I turismo delle gite parrocchiali o dei Cral, pure: gli "anziani" sono sempre più attivi e vitali, e se ne vanno in giro con Ryanair per conto loro.
Il famoso turismo sportivo, o più genericamente, outdoor, è già ben strutturato (quasi troppa grazia, per merito di Associazioni private e Cittadini, se si pensa alla pessima gestione pubblica dei boschi e dei sentieri, delle strade e degli stradelli) ma non possono bastare i w/e per arrivare a fine mese. E, normalmente, la gente lavora, durante la settimana. Per implementarlo davvero servirebbe abbinare al fascino della natura una serie di offerte culturali ed eventi che possano invogliare almeno le persone più colte o curiose a prendere qualche giorno di ferie anche in autunno o primavera. Ed ecco che il Museo di Miguel avrebbe potuto essere un importante tassello verso la creazione di quella base "strutturale" su cui poggiare le fondamenta da cui partire. Perché se poi capitano tre giorni di pioggia, o freddo, o vento, i panorami mozzafiato non bastano più.
Magari anche solo per dare una botta di vita alle Residenze Napoleoniche, sulla cui gestione non esprimo giudizi perché parlano i fatti: la Villa di San Martino su Tripadvisor si piazza "al 24°posto su 33 cose da fare a Portoferraio", seguita solo da attrazioni del calibro della "tabaccheria da Peppe" o "lavanderia a gettone Piùbianco!".
Ma così non è stato, e Miguel non c'è più. Sono certo che i suoi straordinari amici - della Petite Armée, ma non solo - sapranno proseguire nel suo nome la lotta per la Cultura e la Storia. Ci saranno altri 5 di maggio, e, almeno all'Elba, saremo in molti a pensare, più che a Napoleone, al vuoto che ci ha lasciato il Generale Bertrand.
Ps: nella foto, Miguel è con mio padre, all'inaugurazione della "prima statua di Napoleone all'Elba", di cui papà andava - e va tuttora - molto fiero. Pur essendo un omaggio privato, in una struttura privata, Miguel era stato entusiasta di concederci il piacere e l'onore della sua presenza. Senza chiedere in cambio nemmeno un caffé.
Non solo un Amico, ma un vero Signore.
Yuri Tiberto