"No all’accordo con i corruttori - scrive senza mezzi termini Legambiente dell'Arcipelago Toscano - Regione e Comune tornino indietro" Gli ambientalisti, dopo le loro prime dichiarazioni sulla sentenza della Corte d'Appello di Genova su Elbopoli e l’ecomostro di Procchio, articolano le loro richieste sulla operazione di recupero chiedendo di recedere dalla decisione di concedere la riedificazione del cosiddetto "ecomostriciattolo" nell'area messa in sicurezza con milioni di euro pubblici. Di seguito il testo della nota:
Per il reato di corruzione in atti giudiziari riguardanti la vicenda per gli illeciti edilizi all’Elba, la cosiddetta Elbopoli, che riguarda l’Ecomostro di Procchio (Comune di Marciana) e la speculazione edilizia della Costa dei Barbari a Cavo (Comune di Rio Marina), la Corte d’appello di Genova ha condannato l’ex Prefetto di Livorno Vincenzo Gallitto a 3 anni e 4 mesi, l’ex capo dei Gip livornesi Germano Lamberti a 4 anni e 9 mesi e i costruttori pistoiesi Franco Giusti e Fiorello Filippi a 3 anni e 6 mesi.
Secondo Legambiente Arcipelago Toscano, che per prima con il dossier sull’isolotto di Cerboli - dove un vorticoso giro di società italiane ed offshore voleva costruire un porticciolo, una pista di atterraggio per elicotteri ed un resort di lusso con l’appoggio di Gallitto, con la scusa di costruirci una base per la Protezione Civile - ha rivelato la trama di Elbopoli e che poi si è battuta contro l’Ecomostro di Procchio realizzato in un’area in piena area alluvionata e le speculazioni edilizie a Cavo, «La sentenza genovese getta un'ulteriore e pesante ombra sulla vicenda dell'Ecomostro, e su come è stata gestita l'intera operazione urbanistica che avrebbe dovuto condurre al recupero dell'area interessata, e non alla ricostruzione dell'ecomostro a pochi metri di distanza. Chiediamo a Regione Toscana e Comune di Marciana di rivedere i termini di un accordo-capestro, troppo frettolosamente stipulato mentre era ancora in corso il processo che dopo pochi giorni ha visto la Magistratura condannare nuovamente per corruzione proprio degli stessi costruttori con i quali Regione e Comune, dopo averne annunciato più volte la completa demolizione, hanno trattato la resurrezione dell’Ecomostro di Procchio in un’area finita sott’acqua negli alluvioni del 2002 e del 2011 e che verrà messa in sicurezza con milioni di euro pubblici. Sono gli stessi costruttori che qualcuno degli amministratori marcianesi aveva già dato per "definitivamente” assolti».
Legambiente Circolo dell'Arcipelago Toscano