In questi giorni si è aperta ufficialmente la campagna elettorale per l’elezione del nuovo importante parlamento europeo e della nuova amministrazione portoferraiese. In questa occasione non voglio addentrarmi su temi europei ed internazionali, ma piuttosto analizzare problemi che il capoluogo elbano patisce da diversi anni, direi da troppi.
Ecco il primo problema.
Sono venuto a conoscenza per puro caso, ma è certamente mia la colpa per non essermi informato sufficientemente prima, che il tratto stradale conosciuto come “strada provinciale per Porto Azzurro”, nella parte che inizia dall’ex bivio Boni sino alle Grotte, non è più di competenza della Provincia ma già da qualche anno del comune di Portoferraio. Quindi la manutenzione del manto stradale, la gestione della segnaletica sia verticale che orizzontale, l’illuminazione eventuale, la pulizia dei fossi limitrofi, insomma tutto ciò che riguarda la sicurezza di questo tratto di strada trafficatissimo è in capo all’amministrazione di Portoferraio. A parte il fatto che stiamo parlando di un tratto stradale dove transita tutto il traffico veicolare che si dirige nelle zone orientali dell’Elba e non vedo perché debbano farsene carico solo i portoferraiesi.
A noi cittadini cadono in testa regole giuste, alle quali dobbiamo rigorosamente attenerci per mantenere nella giusta efficienza e sicurezza il nostro mezzo di trasporto privato. Dalle marmitte catalitiche alle cinture di sicurezza sempre allacciate, fari accesi anche a mezzogiorno di luglio, gomme non usurate, revisioni costose,eccetera eccetera . Allora io chiedo : ma se la mia auto, regolarmente mantenuta in perfetto ordine perchè ne va della mia sicurezza e di quella altrui, dovesse sbandare a causa della strada malridotta da poggi pericolosissimi, da chi vado a reclamare? Chi è l’autorità che può costringere il “gestore stradale” a fare i lavori per mettere in sicurezza la strada in modo che gli autoveicoli non incorrano incolpevolmente in problematiche? Nessuno ha mai fatto notare questa situazione pericolosa? La vedo solo io? Possibile che le forze dell’ordine non abbiamo mai segnalata la pericolosità di questa strada?
Questo è un discorso valido per tutte le strade, ma in quel tratto, come nella prosecuzione sino al bivio per Capoliveri, c’è un transito notevole in tutte le stagioni, autobus e camion sempre più larghi, costretti ad oltrepassare la riga di mezzeria (invisibile) per non sobbalzare sui rialzi provocati dalle radici dei pini. I medesimi pini che impediscono la visuale per chi esce dalle strade laterali e deve immettersi sulla principale. Ma i pini sono solo “un” problema anche eliminandoli resta il fatto che la segnaletica orizzontale da anni non viene fatta, che il semaforo al bivio con Colle Reciso da un lato non funziona, che i fossi non vengono puliti forse da decenni. E si che di alluvioni ne abbiamo subite!
Ognuno di questi alberi disgraziatamente piantati bordo strada nei primi anni ’50, porta i segni di un incidente a volte mortale. Da mesi ne sono crollati tre e un ceppo è ancora adagiato nel fosso e circondato con nastro bianco/rosso. Cosa si aspetta a toglierlo? Andrebbe se non altro transennato in maniera più sicura e quantomeno segnalato anche di notte con una luce. Altri sono pericolosamente pendenti e tra non molto subiranno la medesima sorte. Gli antichi dicevano che “ è meglio prevenire che curare”. Vogliamo aspettare che facciano altri danni, magari peggiori?
Adesso torno alla campagna elettorale. Ma della gestione e cura del verde pubblico qualcuno se ne vuole occupare finalmente? Ma soprattutto seriamente.
Adesso è anche tempo di dare inizio alla stagione turistica, anche se l’Elba avrebbe tutti i titoli per ospitare 12 mesi l’anno, ed io mi immagino un turista che tornando nei prossimi mesi ritrova le strade in questa incresciosa situazione nonostante gli sia stato sovraccaricato il costo del traghetto con il contributo/balzello della tassa di sbarco. Io credo che quello stesso turista abbia il sacrosanto diritto di conoscere come sono stati investiti quei soldi che ci ha lasciato.