Qualche decennio prima che Antonio Canova - nella seconda metà del '700 - realizzasse 'Amore e Psiche', a Portoferraio il governatore Girolamo Niccolini, in carica dal 1701 (fonte Aulo Gasparri) noto soprattutto per la realizzazione dei 'Quartieri' sotto il Carmine con relative cisterne (le Conserve), fece lastricare con il calcare rosa parte della città, fecendone in questo modo un Monumento di bellezza unica, un'opera che resistito con qualche ferita fino ad oggi.
Solo un pazzo in cerca di malata notorietà tenterebbe di staccare un dito all'"Amore" del Canova, trovando per altro sistemi di sicurezza ad impedirglielo, mentre invece c'è chi non si è preoccupato di proteggere dalla distruzione (per ignoranza, fretta e magari economia spicciola) un'opera monumentale, per altro già acciaccata da precedenti minori interventi cementizi, come la scalinata di Via dell'Amore a Portoferraio.
Oltre alla responsabilità della ditta (forse di Capoliveri, come dicono alcuni residenti) che ha eseguito i lavori di sistemazione della fognatura per conto di ASA (come i tombini marchiati dimostrano) è la catena di comando che ha portato all'ordine di eseguire quei lavori che andrà regolata una volta per tutte.
Oltre al buon senso, al buon gusto ed al rispetto per il bello che dovrebbero essere sufficienti, esiste anche un preciso indirizzo pubblico, un atto della Giunta di Portoferraio (ante 2014) che riconosce appunto come 'Monumentale', da salvaguardare, proteggere e ripristinare, la Viabilità Storica.
A parte il fatto che sarebbe interessante capire dove siano stati 'smaltiti' circa 20 mq di calcare rosa rimosso dai trenta scalini interessati dai lavori, i casi sono tre: o il Comune nell'autorizzare ASA all'intervento ha omesso l'obbligo formale di ripristino (e il proprio di controllo) oppure ASA ha omesso di trasmetterlo a sua volta alla ditta appaltante o quest'ultima non ha osservato le prescrizioni. In ogni caso ci si aspetta che nell'ultimo, strambo Consiglio Comunale nel giorno delle elezioni la questione venga sollevata e si ponga rimedio immediato allo scempio, consapevoli che se non si comincia dal proteggere e recuperare in maniera sistematica il bello che ci hanno lasciato le generazioni passate, il degrado comincia dalla nostra testa.
CR