E’ morto l’uomo più buono del mondo, uno di quelli a cui non puoi non voler bene e che vuole bene a tutti. Se ne è andato dopo troppe e inaudite sofferenze Mario di Iride, Mario del forno, Mario di Ercole o Mario la Creatura, al secolo Mario Murzi, fornaio per stirpe e professione e viaggiatore caraibico per amore, amico di tutti e dei poveri e dei bimbi, cristiano vero negli atti e nell’anima, che ha distribuito, fino a che il male glielo ha permesso, pane e schiaccia e semplici e buone parole, nel forno antico che faceva da crocicchio tra via Garibaldi, via Mentana e Via Zara, da dove ora sono partite anche le rondini nate nei cestini sotto la volta.
Non so, e per me è un mistero insondabile, perché a Mario, a quest’uomo massiccio e pacifico, con gli occhi rotondi pieni di stupore e innocenza, sia stata riservata tanta lunga sofferenza alla fine della sua vita, perché la sua storia sia finita troppo presto tra letti e ospedali, ma so sicuramente che ora è nel suo Paradiso che ne discute, con l’intercessione di nonna a Iride e mamma Carla, con San Pietro, Gesù e Papa Giovanni XXIII, che lo guardava pacioso ogni giorno dalle piastrelle del muro del forno, accanto al sorriso triste di un bellissimo Che Guevara.
E un’altra cosa so, che in Paradiso Mario e quelli della stirpe dei fornai marinesi che lo hanno preceduto hanno già messo su insieme un miracoloso forno celeste, infarinato di nuvole e stelle, per far mangiare ai Santi e ai poveri Cristi la schiaccia coi fichi e salata coll’olio e i corolli e le pinzette più buoni del mondo. E, conoscendolo, Mario si sarà organizzato anche per far arrivare di straforo qualcosa di buono anche a chi piange e stride al piano di sotto.
Umberto