Bene ha fatto il consigliere regionale Marco Landi, in sintonia con altri soprattutto associazioni, a richiedere, nel cronoprogramma delle vaccinazioni, attenzione prioritaria per le persone fragili non ricoverate e chi li assiste.
Le associazioni del mondo della disabilità hanno constatato con amarezza quella che alcuni hanno considerato "una svista" governativa, dettata da superficialità, mentre altri hanno sottolineato "l'assordante silenzio" del ministero della salute di fronte ai ripetuti appelli.
A questo coro mi associo e porto anche l'attenzione su un'altra realtà di grande fragilità e che dovrebbe essere considerata fra le prime a ricevere il vaccino anti-Covid.
Mi riferisco ai lavoratori delle carceri (polizia penitenziaria, educatori, direttori e amministrativi; non cito i sanitari ovviamente già tutelati) e ai detenuti. La protezione delle realtà più fragili ed esposte fa bene a tutti (e non solo in questo momento di pandemia). Nelle carceri gli spazi sono limitati e, quindi, il distanziamento sociale non è possibile. Inoltre, una grande percentuale di reclusi soffre di patologie pregresse.
Spero che anche di questa esigenza ci si faccia portatori nelle sedi competenti.
Nunzio Marotti