Brutta esperienza per una coppia di belgi in vacanza a Porto Azzurro questa estate. Mentre si rilassavano in piscina, i ladri entravano nel loro appartamento in un complesso residenziale del paese e rubavano gioielli per un valore di circa 5.000 Euro.
Rientrati a casa in serata, agli sventurati non restava altro che denunciare il furto ai Carabinieri.
Il sopralluogo, eseguito dai militari della locale Stazione, metteva subito gli investigatori sulle tracce di alcuni giovani, in parte turisti, che alloggiavano in un altro appartamento di quello stesso complesso condominiale.
Identificati in quella circostanza e acquisite poi informazioni sul loro conto, i Carabinieri tornavano a far loro visita dopo un paio di giorni, procedendo anche all’arresto di alcuni di loro, trovati in possesso di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Proprio nell’ambito di quest’ultima attività emergevano diversi riscontri anche in ordine al furto consumato qualche giorno prima nell’appartamento dei turisti belgi. In particolare, sulla memoria dei cellulari in possesso ai ragazzi tratti in arresto erano rinvenute delle fotografie scattate subito dopo l’esecuzione del colpo, che immortalavano proprio parte della refurtiva.
A quel punto i giovani confessavano l’accaduto, coinvolgendo direttamente anche un altro soggetto, esecutore materiale del furto, ripartito dall’Elba con la refurtiva al seguito lo stesso giorno della consumazione del reato. Identificato nel giro di poco anche costui, i Carabinieri longonesi denunciavano alla Procura di Livorno M.N., 19enne fiorentino, per furto in abitazione aggravato dall’effrazione. I suoi amici, invece, M.F.J.C. 26enne di origini dominicane da anni residente a Porto Azzurro e V.V.J.J. 19enne di origini venezuelane, ma residente a Firenze, venivano denunciati per concorso nel reato di favoreggiamento personale.
Il prosieguo dell’attività investigativa permetteva infatti di accertare che, senza prendere parte al furto, oltre ad aiutare il loro amico fin dall’inizio eludendo le indagini dei Carabinieri, erano stati proprio i due amici ad accompagnarlo a Portoferraio subito dopo l’esecuzione del colpo, consentendogli di lasciare l’isola con la refurtiva al seguito.