Sulla pagina FB della Sezione elbana del Club Alpino Italiano è apparsa la denuncia di una gravissima violazione ambientale:
In data odierna alcune moto da cross, senza targa, sono state avvistate sul Monte Capanne, “zona A“ del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, nei pressi della Tavola a circa 900 mslm.
Il Club Alpino Italiano Isola d’Elba chiede al Parco Nazionale, ai Carabinieri forestali e alla Polizia municipale dei comuni di Marciana e Campo di identificare i responsabili della violazione.
Il Club Alpino Italiano Elba chiede inoltre alle autorità competenti di prestare la massima attenzione e maggiori controlli del territorio anche in virtù della gara di motocross che si terrà nelle prossime settimane.
Siamo contrari a qualsiasi forma di frequentazione della montagna con le moto da cross.
CAI - sottosezione Isola d'Elba
Ma lo stesso atto di pura inciviltà è riportato - con foto-documentazione anche da un altro sodalizio locale l'Associazione Pedalta che laconicamente scrive:
"Motociclisti in giro per l'area protetta del parco (La Stretta, Le Zete, La Tavola, Piane della Terra, Troppolo, Bollero, Serra Ventosa) con targhe occultate o rimosse." e chiosa aggiungendo una citazione di Mario Rigoni Stern: "Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia "
Associazione Pedalta
E non è neppure finita qui, perché altre segnalazioni rilevano che gli stessi "eroi" (o altri trasgressori a due ruote) hanno percorso la scalinata del Santuario della Madonna del Monte (per il restauro della quale il Comune di Marciana ha richiesto finanziamenti) .
Non ci si può esimere da condividere la pressante richiesta di controlli e di sanzioni per questi foresti incivili, che rovinano con i loro transiti (per ora impunemente) il nostro patrimonio sentieristico e naturalistico, arando i viottoli, sbriciolando scalinate secolari ed inquinando, ma anche di cercare i loro eventuali "basisti" locali o comunque gli esperti conoscitori del luogo in grado di guidare le devastanti "comitive" su percorsi poco conosciuti, impervi e pericolosi.
Dopo averci messo anni a far richiedere dai Sindaci un'Elba "non vocata al cinghiale" chissà quanto ancora dovremo attendere, prima che. almeno la parte più preziosa e protetta dell'Isola, sia anche moralmente (visto che le leggi già ci sono, occorrerebbe applicarle) dichiarata dal sentire comune "area non vocata al motorismo".
E.R.