Riceviamo e pubblichiamo:
All’esito dell’udienza, tenutasi oggi 9 novembre 2021 presso il Tribunale di Grosseto, il G.U.P. Dott. Giovanni Muscogiuri ha disposto il rinvio a giudizio del noto commercialista follonichese Evans Capuano e di un suo prestanome, il cittadino albanese Shpetim Citozi, per i reati di truffa aggravata e trasferimento fraudolento di valori, perpetrati ai danni della famiglia Galvani.
Secondo l’accusa, sostenuta dal P.M. Dott.ssa Anna Pensabene della Procura di Grosseto, gli imputati avrebbero truffato l’imprenditore elbano Giorgio Galvani, deceduto lo scorso anno, sottraendogli il noto ristorante “La Lanterna” di Porto Azzurro.
In particolare, Evans Capuano avrebbe circuito l’anziano ristoratore, approfittando delle sue condizioni di salute precarie, promettendogli ingenti somme per l’acquisto dell’azienda ma poi, di fatto, facendo subentrare all’ultimo minuto il Citozi, quale formale acquirente, così intestando fittiziamente allo stesso il locale, ed omettendo qualsiasi pagamento al Galvani.
Capuano è noto alle cronache per le numerose vicende giudiziarie che lo riguardano, con recenti pesanti condanne a seguito di varie operazioni compiute a suo carico dalla Guardia di Finanza, che hanno condotto ad ingenti sequestri d’immobili, società, auto e beni di lusso sia nel Grossetano che altrove. La denuncia della famiglia Galvani ha contribuito a scoperchiare un “vaso di pandora”, mettendo in luce anche altri "affari" del commercialista sull’Isola d’Elba.
Grande soddisfazione è stata espressa dall’Avv. Massimiliano Albanese, penalista romano esperto di questioni societarie, difensore degli eredi del truffato, costituitisi parte civile nel processo. (...)
Il ristorante elbano “La Lanterna” è stato oggetto di sequestro, su istanza della Procura grossetana: il Tribunale ne ha disposto l’assegnazione in gestione, per garantire la continuità aziendale, ma l’Avv. Albanese ha oggi sollevato in udienza forti perplessità in ordine a tale assegnazione, perché di fatto lesiva dell’interesse della famiglia Galvani: infatti, ad aggiudicarsi la gestione del locale è stata la Sig.ra E. C., che la Guardia di Finanza ha accertato essere la compagna convivente del Capuano. (...) Pertanto, è stata formulata una richiesta di revoca dell’assegnazione, alla quale ha prontamente aderito anche il Pubblico Ministero Dott.ssa Pensabene.
Il G.U.P. ha disposto il rinvio a giudizio degli imputati, riservando la decisione sulla revoca dell’assegnazione dell’azienda sequestrata. Il processo inizierà il prossimo 19 gennaio davanti al Collegio Penale presieduto dalla Dott.ssa Laura Di Girolamo.
La famiglia Galvani intende ottenere, in quella sede, il risarcimento di tutti i danni subiti dal defunto ristoratore, sia per la perdita dell’azienda che per il grave stato di prostrazione in cui la subita truffa lo ha gettato, facendogli vivere in modo angoscioso l’ultimo periodo della propria vita.
Studio A.M.P.