Cinghiali “intellettuali” amano molto il parco archeologico della Villa Romana delle Grotte e ci vengono a trovare, approfittando dei nuovi percorsi di visita inaugurati e aperti ogni anno.
Lo sappiamo bene che un nutrito gruppo di ungulati ha preso possesso del parco archeologico. Ormai da anni scorribande di numerosi esemplari arano il terreno spostando, se di impedimento alla loro ricerca di radici appetitose, rovine romane, muretti e mucchi di “cubilia”, il materiale edilizio di forma piramidale in serpentino verde e calcare bianco radunato con cura ai lati dei camminamenti.
Nemmeno una solida rete di recinzione, fissata con filo di ferro e ancorata a paletti in metallo, messa per motivi di sicurezza intorno a un profondo pozzo recentemente scoperto dagli archeologi dell’Università di Siena, ha resistito alle loro spallate. È già la seconda volta che gli operatori specializzati intervengono per rimettere tutto a posto. Sarà necessario un terzo intervento.
Nel frattempo, vista l’impotenza generale di fronte a queste prepotenze e distruzioni, la Fondazione ha aderito con convinzione al Comitato per il contenimento dei cinghiali all’isola d’Elba, firmando un chiarissimo ed esauriente documento programmatico, nella speranza che la Regione Toscana prenda finalmente atto della grave situazione condivisa da tantissimi.
Il settore culturale si è così unito ad agricoltori, imprenditori e privati cittadini finora impotenti e non tutelati di fronte a questo flagello che dilaga, invece che diminuire.
Foto di Cecilia Pacini