La presenza di un numero abnorme di ungulati nel territorio del Comune di Marciana non rappresenta solo un problema di carattere ambientale e igienico, ma anche quello della sicurezza stradale e personale.
Già col calare della sera i cortili, i giardini e soprattutto le strade diventano territorio di questi animali. In caso di incidenti, infortuni e/o danneggiamenti provocati, le Istituzioni si riparano dietro un continuo rimpallo di responsabilità e i cartelli stradali che segnalano la presenza di animali selvaggi le tutela dai risarcimenti.
È inaudito che bisogni viaggiare con la continua paura di incorrere in incidenti con mufloni e cinghiali che provocano smottamenti aggravando il dissesto territoriale che caratterizza la zona, con le strade teatro continuo di piccole o grandi frane.
Personalmente tutte le notti percorro quei 4 km da Sant’Andrea a Colle d’Orano non più con la paura, ma col terrore, dopo che un muflone, su una strada comunale, è letteralmente saltato sulla macchina a mio marito sfondando il parabrezza e rigando il cofano e il tettuccio, danno non ancora risarcito in quanto l’Ente Parco non si ritiene responsabile e il Comune finora non è intervenuto. Diversi sono stati, purtroppo gli incidenti sia di autovetture che di ciclomotori e moto con mufloni e cinghiali, anche con feriti che sono dovuti ricorrere alle cure mediche.
Branchi di mufloni e cinghiali, colonie di ratti e di topi, hanno reso una parte fiorente dell'Isola, dove fino a pochi decenni fa regnavano i muretti a secco, le vigne, gli orti e i giardini, orgoglio dei proprietari, in devastazione, dalle cime dei monti fino al mare. Ovunque c’è l’impossibilità di coltivare senza recinzioni alte fino a 2 metri (opere di protezione che necessitano di continui interventi per le forzature degli animali), stanno scomparendo specie vegetali tipiche della macchia mediterranea, i miceti e i muretti a secco, realizzati dai nonni e dai padri con il loro duro lavoro per permettere la coltivazione e proteggere il terreno dagli smottamenti.
I boschi, che hanno preso il posto delle colture, sono ormai una distesa di buche profonde e alberi caduti per colpa “loro” e della conseguente incuria: aree impraticabili che rappresentano un vero pericolo in caso di forti precipitazioni atmosferiche.
Tanti sentieri sono difficili da percorrere e necessitano di continui interventi da parte dei volontari e alcuni addirittura impraticabili o chiusi poiché non monitorati.
Allora la domanda sorge spontanea: finora il Parco e le Istituzioni preposte a tutela ambientale cosa hanno fatto e cosa hanno intenzione di fare a riguardo del problema degli ungulati?
Gli animali vanno amati e protetti, ma se diventano un pericolo e arrecano danni devono essere presi provvedimenti.
Si necessita di interventi in tempi rapidi in modo incisivo, queste bestie devono essere eradicate se non ci fosse altra soluzione definitiva.
Alma Ravasio