E’ in fase di completamento la prima fase del progetto di recupero, restauro e valorizzazione delle mura storiche della città per l’accessibilità di spazi finora interdetti che prevede interventi sulla Torre della Linguella, il bastione di santa Fine e la Batteria degli Spagnoli.
La tranche di lavori che verrà ultimata nel giro di qualche settimana è quella relativa alla Torre della Linguella.
Gli interventi previsti nel progetto redatto dall’architetto Elisabetta Coltelli, dell’Ufficio Tecnico del Comune, prevedono una spesa complessiva di 327.200 euro.
La spesa verrà coperta in parte con fondi regionali perchè il progetto è risultato vincitore del bando per l’erogazione di contributi per la valorizzazione delle mura storiche ai sensi della Legge Regionale Toscana 1 agosto 2016 n. 46 “Città murate della Toscana”.
La Torre della Linguella, detta anche Torre del Martello, per la sua particolare forma e di Passannante, dal nome dell’anarchico attentatore alla vita di Umberto I che vi fu imprigionato, è ubicata all’interno di un complesso museale composto, oltre che dalla Torre, dal museo archeologico e dai bastioni limitrofi che fanno parte del primo impianto cinquecentesco della città fortificata di Portoferraio.
L’opera difensiva di forma ottagonale, per la posizione strategica come baluardo difensivo, a presidio dell’ingresso al porto della Città , era originariamente collegata a due muraglie, una rivolta verso la darsena e l’altra che si prolungava fino al bastione del Maggione, collegata alla cinta muraria esterna. Successivamente nel periodo dal 1548 al 1600 furono terminati rinforzi interni verso la rada e le opere di difensive della fortezza, mentre tra il 1600 ed il 1730 venne costruito il collegamento interno con la calata a mare della città.
Nel 1688 fu costruito il bastione di S. Cosimo dal Governatore di Portoferraio, Mario Tornaquinci, sopraelevando parte del braccio verso la rada ed il prospiciente bastione che successivamente prenderà il nome di San Francesco, terminato nel 1746 e realizzato per una migliore difesa del porto. Sempre su ordine di Tornaquinci, nel 1690 fu sopraelevata la cortina cinquecentesca, con un camminamento di guardia che collegava il Bastione di San Cosimo e quello del Maggiore.
Alla fine del 1700 l’area venne trasformata in bagno penale, destinazione d’uso che è rimasta fino alla seconda guerra mondiale quando pesanti bombardamenti demolirono parte della Torre.
Quest’ultima è stata oggetto di un primo intervento di restauro agli inizi degli anni ’50 da parte del Genio Civile di Livorno, comprendente la ricostruzione della torre ottagonale e la riedificazione delle parti distrutte del bastione di San Francesco.
Il progetto. L’attuale intervento di recupero della Torre, il monumento identitario per eccellenza della città medicea fortificata di Portoferraio è iniziato a fine dicembre ed è stato affidato alla ditta specializzata ‘Manutenzioni srl’. Prevede il restauro delle zone oggetto di degrado e ammaloramento a causa dell’ossidazione dei ferri dei tre prospetti lato terra, tramite la demolizione degli intonaci cadenti, la scalzatura, la pulizia ed il trattamento protettivo dei ferri d’armatura , il trattamento consolidante di tutti i supporti stonacati e la posa del nuovo intonaco. Nelle aree limitrofe alla Torre verrà effettuata la risarcitura di cavità e fori con malta naturale traspirante, composta esclusivamente da materie prime naturali di origine storica ed elevata qualità. Sono infine previsti i restauri delle inferriate delle aperture del monumento e del portone in ferro e legno, attualmente in precarie condizioni statiche.
“Il progetto di restauro – spiega l’architetto Elisabetta Coltelli - ha l’obiettivo di far comprendere, consentendone la fruizione, l’importanza dei capolavori di ingegneria militare medicea e lorenese ancora presenti a Portoferraio che rappresentano un valore che va oltre la semplice conservazione, poiché questi monumenti fanno parte di un importante sistema ambientale complessivo, costituendo identità dei luoghi e occasione di destagionalizzazione turistica con conseguente ritorno economico per l’intera Isola”.