E’ frequente, nei discorsi della gente, sentire commenti negativi sull’operato di chi è incaricato del decoro pubblico, della pulizia delle strade e dei borghi, della raccolta rifiuti.
Tutti vorremmo città pulite tipo Berna.
Ma difficilmente il cittadino medio si interroga se egli stesso fa abbastanza per coadiuvare le autorità in questo compito o, al contrario, se contribuisce, con i suoi comportamenti, ad incrementare la sporcizia pubblica.
Mi riferisco a fatti ben precisi di quotidiana osservazione.
A Porto Azzurro, in via Provinciale Est, nel camminamento in prossimità del cimitero quotidianamente raccolgo i seguenti rifiuti che vengono gentilmente depositati nel terreno di mia proprietà: bicchieri e bottiglie di plastica, cicche, scontrini, lattine, fazzoletti monouso, involucri di plastica, penne etc. ma il campionario è troppo vario perché si possa esaurire in un elenco dettagliato.
Questi articoli dovranno poi essere separati dal sottoscritto per la raccolta differenziata.
Dulcis in fundo non potevano mancare lungo il marciapiede e all’ingresso della strada privata le deiezioni dei cani lasciate in bella vista e pronte per essere “acciaccate”.
Questo spettacolo è possibile osservarlo anche in via Giovanni Barbieri (già sindaco emerito di Porto Azzurro). Anche qui lo stesso campionario con alcune interessanti varianti come i sacchettini di plastica con gli escrementi canini lanciati sugli olivi a mò di palle di Natale o nei giardini altrui.
E’ qui che si celebra la massima stupidità umana perché se proprio devi scegliere di fare l’incivile almeno lascia gli escrementi da soli che poi madre Natura contribuirà a biodigerire ma non aggiungere il sacchettino di plastica come a dire: “io il mio l’ho fatto, più di così non potete pretendere”.
Verrebbe spontaneo il paragone con il maiale ma tale accostamento è oltremodo offensivo per il maiale che non ha esatta coscienza di ciò che fa e che poi, a ben vedere, sporca molto meno e nel suo.
Per chi fa fatica a capire si potrebbero usare comandi semplici tipo: cacca+sacchettino= portare a casa propria e smaltire, oppure: cicca e lattina= tenere in mano o nello zaino o in borsetta e vuotarle nel primo contenitore rifiuti utile (anche se bisogna fare qualche decina di metri, anzi sarebbe tutto esercizio) o, se necessario, fino a casa propria.
Sulla strada sterrata per Barbarossa poi si raggiungono livelli “accademici”: vere e proprie minidiscariche a cielo aperto disseminate lungo i boschetti perché se ti devi liberare di un elettrodomestico dove lo vuoi mettere se non in bella vista?
Inutile qui prendere a modello gli svizzeri, è fantascienza, come paragonare una squadra di promozione con il Real di Puskas e Gento.
In sintesi, possiamo dire che il cittadino mediamente non vuole la sporcizia in casa propria ma per le strade e negli spazi altrui se ne può parlare.
D’altronde che fare? Combattere contro persone intelligenti è sempre arduo ma a volte stimolante, combattere contro la stupidità umana è impossibile e anche avvilente (forse le telecamere e i droni…).
Mario Cappagli
Foto di repertorio