Dalla gentile signora Anna Pisarri riceviamo la segnalazione dell'ennesima disavventura patita sulle banchine piombinesi da una famiglia (quella di sua nipote) intenzionata ad approdare all'Isola d'Elba.
Ecco come ci racconta quanto accaduto.
Il piccolo nucleo familiare (madre, padre e bambino di anni 5), fidando su una prenotazione effettuata (con pagamento anticipato) nel mese di Aprile, raggiunge i moli del continente in auto, che si incolonna con 35 minuti di anticipo rispetto all'orario di partenza del traghetto Toremar delle 16.30 di Sabato 6 agosto.
Avvicinandosi - nel gradevole clima che sperimentiamo in questi giorni - l'orario previsto per staccare gli ormeggi, i tre si dividono: madre e bambino raggiungono il ponte passeggeri con la scala esterna, il padre resta fiducioso in attesa di accedere al garage con l'auto. Ma sul limitare della rampa gli dicono che il traghetto è al completo e lui non può partire.
Il traghetto invece parte, portando sull'altro lato del canale madre e figlio che non hanno fatto a tempo a scendere, e che dovranno intrattenersi in area portuale ferajese finche l'uomo non riuscirà a passare con un altro vettore, rispetto a quello prenotato.
Ovviamente restiamo alla segnalazione delle "vittime" del disservizio - abbastanza certi della precisione della narrazione - e qualcuno potrà anche osservare fatalisticamente che "può capitare", e che in fondo i tre, rispetto ad altri, in gruppi numerosi e in situazioni più disagiate, hanno sofferto assai meno, che per soste forzate decisamente più micidiali.
Ma è proprio lo stillicidio di simili "piccole" disavventure, che ci vengono segnalate che inficia la "certezza del navigare" di residenti ed ospiti, che rende un pessimo servizio all'immagine dell'Elba.