Che pena quando dopo che tutto un mondo, il tuo bel mondo della Portoferraio nottambula di quando eri sempre nei venti se n'è andato, vieni per caso a scoprire che un altro dei pochi rimasti tra i protagonisti di quel tempo è uscito di scena.
Il dispiacere è per me tanto più grande, quanto più penso al fatto che pur non avendo avuto con Dario una grandissima confidenza ed una frequentazione assidua, neppure quando gestiva l'enoteca di via dell'Amore, avevo però intuito, già dal nostro primo incontro, che era una persona intelligente, un protagonista senza sfacciataggine, forse anche da Piemontese quale era, ma sicuramente mettendoci del suo.
Sono ancora più dispiaciuto se penso che non lo incontravo da tanto tempo e se penso che si trovava così bene con gli elbani e con noi portoferraiesi nottambuli, dello zoccolo duro in particolare.
Quando Anselmo e Nando chiudevano i loro rispettivi bar, Anselmo ad un'ora un pò meno decente di quella di Nando, ecco che d'improvviso, nel bel mezzo di una tempesta alcolica, canterina, poetica, calcistico-sportiva, politica o storica che fosse, partiva la fatidica domanda: "e ora dov'andamo!"
Chi c'è passato, sa cosa intendo dire quando affermo che a quel punto il solo pensiero del letto diventa un incubo. In quelle circostanze l'unica cosa da fare è quella di trovare al più presto un porto sicuro, possibilmente con un comandante di questo che sia anche un amico ospitale, intelligente, garbato e di esperienza.
Chi meglio di Dario con la sua Enoteca poteva esserci d'aiuto? E allora, ecco che io, il mi' zio Luciano detto "Lucianino" o il "Conte", Dino Vannucci , Anselmo, Giampaolo detto "Musciara", il per me indimenticato e indimenticabile Vittorio Porri detto "Vittorino" e Giuseppe Lorenzetti detto "Beppe", romano di nascita, calciatore professionista che aveva militato oltre che in altre squadre (Foggia, Rimini, Alessandria) anche nella Lazio e nel Livorno, ma che alla fine scelse anche lui l'Elba, in particolare Portoferraio e il bar da "Nando" dove lavorava,come suo domicilio, ci incamminavamo verso via dell'Amore per andare a fare giorno da Dario e dove trovavamo tanti altri amici.
Scantonavamo piano piano e con circospezione da via delle Galeazze, perchè se lo trovavamo chiuso erano dolori o per meglio dire: incubi!
Ciao Dario, saluta tutti e condoglianze per i tuoi cari!
Michel