Circa un centinaio le persone che, nel 1° anniversario dell'invasione dell'Ucraina e nel 9° dalla guerra nel Donbass, con fiaccole e bandiere arcobaleno, hanno raccolto l'invito del Forum Elbano per la Pace riunendosi in serata nel centro storico di Portoferraio per chiedere che tacciano le armi e comincino, sotto l'egida dell'ONU, trattative per una pace duratura.
Numerose le persone a prendere la parola, testimoniando e condividendo la propria consapevolezza della situazione che stiamo attraversando, della manipolazione mediatica cui siamo sottoposti da media che hanno bisogno del nemico (i 'putiniani') anche in casa. Centinaia di migliaia di vittime da una parte e dall'altra, con invio di armi sempre più potenti a Kiev, (per altro da anni sotto la tutela militare USA) hanno dimostrato che la pace non si fa con le armi che chiamano altre armi, in una escalation che può finire solo malissimo e che non ha senso parlare di vittoria su macerie e distruzione. Una guerra USA - Russia con vittima sacrificale l'Ucraina, che sta inpoverendo un'Europa cobelligerante che ha finora buttato alle ortiche un possibile ruolo di mediazione - e quindi di autonomia - anche nel proprio interesse, per evitare prima e fermare ora il conflitto.
Ripartire dalle parole, dal dialogo unica possibilità: la pace si fa tra nemici, ascoltando le reciproche ragioni e mantenendo poi gli impegni presi.
"Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi ed impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta” ha scritto l'antropologa statunitense Margaret Mead.
CR