La Dirigenza del Foresi intende fare chiarezza in merito alla “denuncia” di una presunta esaltazione del regime fascista attraverso alcuni ingrandimenti fotografici, collocati sulle pareti del laboratorio di manutenzione e assistenza tecnica del plesso di Concia di Terra.
Gli ingrandimenti fotografici in questione, esposti su quelle pareti dal 2020, dunque da ben tre anni, sono state individuate all’interno dell’archivio fotografico della scuola tra alcune immagini che rappresentano la vita scolastica del passato, tant’è che accanto ad alcune foto databili alla seconda metà degli anni Trenta se ne trovano altre degli anni Quaranta e Cinquanta. Nelle intenzioni della precedente Dirigenza scolastica, che decise di esporle, c’era quindi la volontà di ricostruire la memoria dell’istituzione scolastica elbana, senza omettere alcun passaggio, neanche quello tragico e mortifero del regime fascista e della sua aspirazione totalitaria al controllo delle vite, come testimoniano anche alcune di queste foto. Ben lo sanno gli insegnanti di storia del Foresi che utilizzano quelle immagini per illustrare nella loro vivida concretezza gli aspetti totalitari della vita scolastica quando trattano il ventennio. Non è pretendendo roghi o pubblici atti di damnatio memoriae che si costruisce la consapevolezza storica di cosa è stato il regime fascista. La costruzione di una memoria collettiva richiede al contrario il confronto anche con immagini di cui avremmo fatto volentieri a meno ma che, piaccia o no, sono parte della storia anche di un’istituzione, quella scolastica, che oggi è attrice imprescindibile della vita democratica del Paese.
Chi a mezzo stampa o social network non si è fatto scrupolo di indicare il Foresi come una scuola in cui si fa apologia di fascismo dovrebbe prima informarsi sulle circostanze e sul significato di quelle immagini, approfondire soprattutto l’impegno della scuola che dall’insegnamento di Educazione civica alle collaborazioni presenti, passate e future con istituzioni come l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Livorno e la sezione elbana dell’ANPI non ha mai lesinato sforzi per formare una cittadinanza democratica e antifascista.
Ci amareggia e anche preoccupa la faciloneria e lo spirito di semplificazione con cui, di fronte a qualcosa che non si conosce in tutti i suoi aspetti, si corre alla tastiera per esprimere rabbiose condanne. Ma questo, forse, è segno dello spirito dei tempi più che di sane passioni civili.
Istituto Statale d'Istruzione Superiore “R. Foresi”