L'articolo pubblicato ieri da Elbareport sul 'nuovo' regolamento ZTL ha suscitato interesse tra i cittadini, tra i quali persona nativa di Via Pietro Gori, la quale ci ha fatto notare come, nel lungo elenco di strade e piazze costituenti la 'ZTL Centro Storico' prevista dal regolamento proposto, fosse tornata e citata una fantasma 'Piazza Gori (già Piazzetta Hutre)'.
Unica spiegazione apparsa razionale è che ci si trovi di fronte ad un COPIA - INCOLLA di un regolamento vecchio di decenni, tempo nel quale fu probabilmente deciso -dalla Amministrazione di allora - di dare più risalto alla figura di Pietro Gori, spostandolo da una Via secondaria (reintitolata quindi al Buontalenti) alla Piazzetta di fronte all'ingresso principale del Municipio, facendo così un logico pendant con la vicina (e illeggibile per l'altezza) lapide -monumento sulla facciata delle allora Poste Centrali.
Certo che viene da chiedersi chi l'abbia scritto questo regolamento e, soprattutto, chi l'abbia letto, tra coloro che, dalla maggioranza o dall'opposizione, rappresentano la città.
Ci si augura che lo facciano presto e meglio, anche per correggere, insieme al contraddittorio toponomastico migrar di Pietro Gori, un'impostazione iperburocratica e inutilmente vessatoria del tempo e delle tasche dei cittadini, oltre che in grado di intasare per mesi gli uffici della Polizia Municipale (più utile sul territorio).
In particolare sulle modalità di richiesta e rilascio dei vari permessi per i residenti, che da 'categoria' da tutelare rischia di trasformarsi in quella più vessata.
Esempio 1) Ma perché viene prescritta ai residenti domanda in bollo (alla faccia della dematerializzazione della P.A.) quando, incrociando le banche dati di anagrafe e registro automobilistico si conoscono già gli aventi diritto?
Si metta una email a disposizione per la conferma /scelta delle targhe e l'eventuale invio del contrassegno (eliminando così anche i 20 € previsti per l'emissione).
Esempio 2) Ma perché si prevede una validità solo triennale dei permessi rilasciati ai residenti con obbligo di ripetere la procedura alla scadenza, e si obbliga alla convalida annuale invece di legare la validità alla permanenza della residenza e della stessa auto? Che motivo c'è infatti, se nulla muta, di certificare che nulla è mutato?
La sensazione è quella di essere in presenza di un pasticcio burocratico-poliziesco di stampo ottocentesco, che richiederebbe un confronto con la cittadinanza non limitato all'invio di suggerimenti via email (erano possibili entro il 31 maggio), ma un faccia a faccia nel quale possa essere messa in discussione la stessa impostazione del provvedimento.
Sempre che la partecipazione non sia uno slogan.
CR