Gent.le Sig. Galassi,
non può immaginare quanto abbia apprezzato il suo articolo.
Ne riconosco il merito di aver finalmente fatto emergere un problema che affligge da anni questa comunità.
Mi consenta però solo alcune precisazioni.
Il suo articolo focalizza l’attenzione su “un restauro ed una ritinteggiatura, ora che i costi sarebbero ancora limitati” ed un “impianto di videosorveglianza” dal costo ancor più limitato da effettuarsi sulla chiesa di San Rocco. Con questo suo articolo però fa come quel tizio che, dopo aver trovato una Ferrari completamente distrutta dopo un incidente, ne lamenta la gomma bucata.
Il problema infatti è ben più grave e, soprattutto, conosciuto da chi conosce la realtà di Capoliveri.
Quelli che lei correttamente definisce “teppistelli” sono, nella realtà, sempre i soliti (alcuni dei quali minorenni) autori di varie devastazioni, atti vandalici, incurie e quant’altro.
Possiamo ricordare (oltre San Rocco) anche Santa Petronilla, la terrazza sopra la palestra, l’opera di Italo Bolano devastata, i rifiuti abbandonati dai soliti sulla pensilina, solo per citarne alcuni. Ecco quindi che, qualora fosse di suo interesse puntare l’attenzione sull’unico, vero problema potrebbe (lo prenda come cortese e sincero suggerimento) parlare di quei “teppistelli” che crescono e che rappresenteranno un pericolo molto più reale e concreto delle poche centinaia di euro di danni a San Rocco, delle migliaia di euro di danni a Santa Petronilla, del costoso ripristino dell’opera di Bolano e del tempo speso a ripulire i vari luoghi dalle bottiglie di alcolici e dalle sigarette incivilmente buttate.
Per quanto riguarda San Rocco è oltremodo evidente che, anche a seguito dell’ultimo restauro fatto dalla sottoscritta, l’esiguo costo degli interventi necessari ne avrebbe reso semplice l’esecuzione.
I motivi del mancato intervento pertanto (al di là della periodica sostituzione dei vetri rotti e dei rinforzi al portoncino e poco più) sono ben altri e molto più importanti. Il primo motivo è l’attesa che qualcuno (in questo caso lei, ma poteva trattarsi di chiunque altro) evidenziasse pubblicamente il degrado sociale che avanza ad opera dei soliti (perfettamente conosciuti). Lei ne ha illustrato uno degli effetti, io le ho rappresentato la causa. Il secondo motivo è legato al fatto che sino ad ora io ho potuto limitarmi a denunce verso ignoti, evidenziando il problema alle FF.OO. nella speranza che tutti i problemi causati da questi soggetti avrebbero convinto gli assistenti sociali, le FF.OO. e le Autorità locali che si rendeva necessario un intervento mirato. Con le immagini di una videocamera le denunce non saranno più verso ignoti, rovinando inevitabilmente il futuro di alcuni ragazzi.
Oggi aspetto curiosa di osservare se i fedeli capoliveresi (da lei chiamati in causa) dimostreranno di essere interessati più a salvare le anime di quattro balordi o continueranno ad essere interessati all’appariscenza di una facciata vandalizzata da ritinteggiare. Al secondo problema comunque ci devo e ci posso pensare io, come ho sempre fatto.
Michaela Gelsi