Diversi escursionisti ci hanno segnalato la chiusura e lo spostamento della segnaletica “Cai” e del Parco Nazionale di un altro sentiero all’Elba: il numero 45 che dalla Guardiola, sulla costa di Procchio, nel Comune di Marciana, permetteva di raggiungere lungo la costa le due magnifiche spiagge del Porticciolo e della Lamaia, (ripulite nell’estate 2011 da Goletta Verde) e da qui la Biodola..
Un sentiero molto importante che prosegue fino alla villa napoleonica di San Maritino e raggiunge la Grande Traversata Elbana.
Praticamente il primo tratto del sentiero lungo costa è inaccessibile ed inutilizzabile e questo nuovo cancello che impedisce l’utilizzo di un percorso noto e molto utilizzato sembra il frutto di un’azione legale intentata dai proprietari di una villa che sorge sul promontorio della Guardiola. Nonostante che decine di testimoni abbiano confermato che si tratta di un sentiero che veniva utilizzato per coltivare i terreni dei dintorni prima dell’arrivo del turismo (come dimostrano le tracce sul territorio: carbonaie, terrazzamenti , ecc.), Il cancello impedisce ora di chiudere il circuito del tratto costiero da Procchio con Monte Pecorino, sulla provinciale Procchio-Portoferraio, che cosi resta l’unico punto di accesso, se si esclude la strada privata che scende dal “Club 64”.
Si tratta della privatizzazione di fatto di tutto il promontorio della Guardiola (compresi i bunker militari) e un nuovo potente/prepotente impedisce l’accesso da Procchio ad una costa compresa in un Parco Nazionale, provocando un grave danno, anche turistico-economico, per l’area di Campo all’Aia e per tutto Procchio.
L’accesso è esterno al territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e Legambiente invita il Comune di Marciana a trovare al più presto una soluzione alternativa (anche tramite un opportuno esproprio per interesse pubblico) che consenta ai suoi cittadini, agli escursionisti ed ai turisti che cercano spiagge tranquille come il Porticciolo e La Lamaia di poter entrare nel territorio protetto dal Parco senza subire i medioevali divieti dei signori delle ville, che credono che l’Elba sia proprietà loro e non bene comune da utilizzare (magari rispettando la “sacra” privacy estiva dei “padroni”), come gli elbani hanno sempre fatto.
Legambiente Circolo dell'Arcipelago Toscano