Ieri mattina, al Cup dell’ospedale di Portoferraio, ho vissuto in un altro mondo.
Dovevo prenotare una visita ortopedica e mi è stata fissata per marzo, un periodo di attesa tutto sommato non male. Ma non è finita qui.
Il medico di base ha prescritto a mio marito una visita dermatologica molto accurata, con misurazione dei nei ed altre cose che qui non è possibile fare, e ci ha consigliato di rivolgersi all’ospedale di Livorno. Quindi presentando la richiesta l’impiegata mi ha risposto: “non so se riesco a prenotargliela” ed io ho pensato alle mitiche agende chiuse. Ma purtroppo non è così, per poter accedere alla suddetta visita bisogna essere residenti a Livorno.
Ma non è finita qui, gentilmente l’impiegata ha cercato altre possibilità ed ha trovato posto nelle vicinanze di Arezzo. Le ho chiesto la motivazione di questa discrepanza, come mai ad Arezzo si e a Livorno no. Risposta: “è il “sistema”.
A quel punto l’ho ringraziata, e sono uscita.
Però chiedo alle istituzioni la motivazione di questo controsenso allucinante, del perché continuano a mettere assurdi e problematici paletti alla possibilità di curarsi, voglio sapere perché il nuovo sistema di programmazione che è stato studiato crea queste discrepanze ghettizzando ancora di più cittadini che vivono in zone che naturalmente presentano difficoltà come la nostra isola, vedi traghetti ecc.
Maristella Giulianetti