Topinetti, fra Rio e Cavo, è una spiaggia fatta di sassolini e ferro, con l’acqua che brilla dal fondo.
E’ la spiaggia di Anna.
E’ un spiaggia ruvida, ferrosa, aperta a tutti, senza fronzoli, ventosa e piena di sfaccettature e colori. Somiglia molto ad Anna, per come l’abbiamo conosciuta noi. Ci piace pensare che Topinetti ed Anna si siano parlate a lungo e che alla fine abbiano trovato un loro modo di stare assieme, acqua e carne, plasmandosi a vicenda in un dialogo senza fine.
Né le alghe, gli smottamenti, i tronchi, l’assenza di acqua (per citare solo qualcuna delle mille disavventure) hanno mai potuto fermare Anna e Topinetti. Con pazienza, ostinazione, con tanta fatica e lavoro, con passione ha sempre risistemato tutto. Anna aveva un carattere complicato, ma non l’abbiamo mai vista da sola in questi progetti. Ad un certo punto spuntava sempre qualcuno. Perché c’era del bello in quello che diceva e faceva per Topinetti. C’era l’idea di renderla un’oasi sospesa fra mare e cielo, i piedi in acqua e le dita sulle nuvole.
E ci riusciva: con la palafitta bianca e blu, con la musica, le serate dal vivo, gli ombrelloni sparsi, le prelibatezze culinarie e con il suo vociare instancabile e roco. Anna aveva realizzato a Topinetti un modo di vivere l’isola che oggi è sempre più difficile da trovare (ma che crediamo appartenga a chi la ama sinceramente d’inverno, d’autunno, di primavera, d’estate). Per noi che si viene dal continente la spiaggia di Anna era la meta ambita. Per la bellezza del luogo per quell’atmosfera accogliente e nuda, spogliata di orpelli.
E’ stata coraggiosa Anna a condividere la sua spiaggia senza compromessi, così per come era, prendere o lasciare in quel modo delicato e burbero che usa chi davvero ama qualcosa.
Ci mancherai
I lettori (così ci aveva battezzato)