Sono anni che assistiamo increduli all'incuria delle strade, dei fossi, dei boschi presi d'assalto da ungulati e abbandonati come fossero qualcosa di avulso dalla vita della comunità elbana.
Quest'isola, che una gestione miope vede relegata alla frenesia dei pochi mesi di ricettività turistica, sta resistendo eroicamente alla miseria culturale maggioritaria, alle complicità di speculatori, alle lobbies garanti dello status quo, alla gestione predatoria dominante condivisa anche dai titolari delle grandi attività turistiche che molto prendono e poco danno. Quando avvengono smottamenti, frane su strada, incursioni devastanti di cinghiali ruzzolanti, il gioco dello scaricabarile e spesso l'indifferenza la fanno da padroni.
In giorni come questi é lecito chiedersi come sia possibile che dagli ingranaggi molteplici delle varie macchine amministrative (la Provincia, la Regione, i Comuni, l'Ente Parco, le forze dell'ordine preposte alla salvaguardia ambientale) non scaturiscano regolari e rassicuranti forme di programmazione manutentiva del territorio insulare, atte a prevenire calamità ambientali e umane come quelle di questi giorni. Eppure di nubifragi all'Elba se ne è già parlato in questi decenni.
Chiusa una emergenza arriva la dimenticanza. Nel frattempo, per contro, ci si ricorda, questo sì, di costruire o ampliare edifici privati o alberghieri che resteranno chiusi e disabitati molti mesi all'anno.
Con affetto per l'Elba,
Lello Grimaldi