Doveva essere un semplice intervento di emergenza in codice giallo, quello effettuato che l'altra notte verso le 3,00, per un giovane di Capoliveri.
L’equipaggio 118 della Pubblica Assistenza Porto Azzurro appena arrivato sul posto è salito nell’appartamento per visitare il bambino, ma nello stesso momento il sensore del monossido di carbonio in dotazione all’equipaggio dell’ambulanza portoazzurrina, ha iniziato con un fischio continuo di allarme, a segnalare la presenza di Monossido di carbonio nell’appartamento a concentrazioni elevate.
La famiglia composta dal ragazzo di 13 anni, dalla mamma e la figlia di 20 anni, sono state avvisate del grave problema e di uscire subito dall’appartamento.
I Soccorritori hanno chiesto quale tipo riscaldamento fosse in uso, ed è stata individuata, una stufa a pellet. L’equipaggio ha chiesto di spengere la stufa e di aprire tutte le finestre, oltre a recarsi fuori dall’abitazione.
L'intossicazione da monossido di carbonio (CO) provoca sintomi acuti come cefalea, nausea, astenia, angina, dispnea, perdita di coscienza, convulsioni e coma.
Una concentrazione di monossido nell'aria pari a 2000-4000 parti per milione (0,2%-0,4%) provoca la morte in circa 15 minuti, dopo aver provocato perdita di conoscenza.
Il giovane mostrava già sintomi di vomito e la mamma iniziava ad avere mal testa. La situazione stava precipitando: in accordo con la Centrale Operativa 118 di Livorno è scattato l’allarme superiore, inviando sul posto l’Automedica Elba e ancora una ambulanza di supporto della Pubblica Assistenza SS. Sacramento di Portoferraio.
I pazienti hanno ricevuto le prime cure sulle due ambulanze all’esterno e subito ricoverate al pronto soccorso per accertamenti.
L’intervento si è concluso positivamente per la famiglia, grazie all’allarme del sensore di presenza di monossido di carbonio, che ogni appartamento dovrebbe avere per una maggiore sicurezza degli abitanti della casa.
Pubblica Assistenza Porto Azzurro