“Vorrei cantar quel memorando sdegno ch’infiammò già ne’ fieri petti umani un’infelice e vil Secchia di legno....” che, per cronaca immaginifica tolsero i modenesi ai bolognesi durante la guerra che li vide realmente contrapposti agli inizi del 1300.
Oddio, qui non si tratta proprio di una secchia di legno ma di una ben più robusta bombola del gas.
Poi, questa bombola non è stata neanche rapita, ma abbandonata, anzi, perennemente rifiutata.
E' lì, o là, non nei pressi di un romantico pozzo d'acqua ma vagante tra un angolo e l'altro dei caseggiati lungo la principale via d'accesso a Marciana Marina; vagante appunto, a seconda degli umori degli abitanti del posto.
L'intento tragicomico del Tassoni della “Secchia rapita” , nonostante queste differenze, appare comunque rispettato, nonostante l'assenza di un discendente del conte della Rocca di Culagna, il “primo ch'apparisse a la campagna” per riprendere la vil secchia di legno.
Intento rispettato, ma ahimè capovolto: a Marciana Marina da più di 1 anno è sempre mancato “chi dal monte (….) e chi dal piano dispiegò le bandiere in un istante”
Molto più seriamente, a questo punto, una domanda sorge spontanea, come avrebbe detto Antonio Lubrano: è mai possibile che una bombola del gas (e, pare che ce ne siano altre, in giro per il paese) resti pericolosamente per più di 1 anno in mezzo ad una strada di accesso al paese, senza che alcun Ente o soggetto preposto, preso atto della maleducazione del proprietario della bombola e della indifferenza dei fornitori, si faccia carico della rimozione?
In prima persona, verbalmente o per scritto, ho cercato da subito di sensibilizzare ESA, Comune, Stazione dei Carabinieri, centri di raccolta e singoli operatori, senza alcun esito.
A questo punto, in ogni caso, la curiosità è semplicemente racchiusa in questa domanda : a chi spetta gestire e risolvere operativamente casi come questi?
P.S.: la foto allegata è stata scattata in una delle varie collocazioni e configurazioni (la bombola blu ha trovato casa altrove)
Paolo Di Pirro