Mi è capitato, numerose volte e per varie occasioni, di percorrere parte della strada provinciale dell’Isola e non posso più fare a meno di rilevare il notevole dissesto del manto stradale.
Entrambi le corsie di marcia sono segnate da numerosissime buche, crepe, solchi, etc. più o meno marcate, profonde e grandi, che rendono la strada veramente pericolosa.
Analoga situazione si riscontra su strade interne, periferiche e secondarie, ulteriormente peggiorata in seguito agli eventi invernali.
Sebbene a ridosso delle festività pasquali e prossimi all’apertura della stagione estiva, non è stato effettuato nessun intervento di manutenzione. Si incontra solo qualche rattoppo malfatto, ma non recente.
Eppure in tanti Stati e luoghi la tenuta e la percorribilità delle strade sono considerati interventi primari e ne costituiscono la prima immagine, denotandone subito le caratteristiche primordiali del buon vivere dei cittadini e la corretta gestione territoriale.
La bellezza di un luogo, così come dell’Elba, non è dovuta solo ed unicamente dalle sue montagne, dalle sue colline, dai suoi boschi, dalle sue spiagge, dal suo paesaggio, dai suoi monumenti, etc. ma anche dall’insieme di tutte quelle infrastrutture che rendono confortevole e sicura la fruibilità del territorio.
Le buche delle strade dell’isola sono divenute un grande problema per chiunque le percorre, per evitarle si è costretti a ricorrere a manovre pericolose, ma soprattutto possono causare danni alle persone, alle auto, alle moto ed alle biciclette.
Mi permetto di precisare che non c’è buca, grande o piccola, profonda o superficiale, così come nessun risarcimento in denaro, che possa valere anche solo un graffio ad un cittadino caduto sull’asfalto o coinvolto in un incidente.
Escludo – volutamente – casistiche più gravi, che non lasciano spazio a riflessioni razionali ma vuoti incolmabili.
Come cittadini sappiamo che la manutenzione della strada spetta al proprietario od al gestore della stessa, che queste si differenziano tra statali, regionali, provinciali e comunali. E’ quindi solo un problema di proprietà e quindi di competenza?
Segnalo che, oltre al concetto legale di responsabilità civile, che si concretizza nell’obbligo di risarcire i danni e le perdite subite a causa di un comportamento negligente, scorretto o illecito (art. 2051 Codice Civile – ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito …), esiste anche il concetto giuridico, politico e filosofico di responsabilità politica che si concretizza nell’operare e nell’attuare tutte le procedure necessarie affinché sia garantita la “sicurezza” delle persone.
Sono consapevole del fatto che le procedure amministrative per l’approvazione di progetti e perizie possono avere dei tempi lunghi, che possono mancare le risorse economiche, ma governare implica la necessità di dover fare delle scelte, di prendere decisioni, di stabilire delle priorità gestionali per il bene della comunità, affinché le lamentele non divengano presagi.
E’ questa, forse, una delle occasioni in cui le scelte non possono essere più rimandabili? Non credete sia opportuno che le strade, provinciali o comunali, debbano essere oggetto di una manutenzione attenta e costante?
A tal proposito, mi permetto di suggerire il D. M. n. 279/2024, definito il decreto anti-buche, che introduce criteri ambientali minimi per una migliore sostenibilità, per la riduzione dell’impatto ambientale e per il miglioramento delle prestazioni nel tempo, oltre che per la riduzione dei costi di gestione delle infrastrutture stradali.
Franca Costa