Ciao Renato mi permetto di usare un tono confidenziale, come se ti stessi parlando ancora una volta, lungo quella strada che ci ha fatti incontrare.
Ho provato una profonda tristezza nel sapere della tua scomparsa, e sento il bisogno di lasciare un ricordo, un pensiero che racconti la nostra strana, ma sincera, amicizia.
Dai racconti di chi ti ha conosciuto, ho colto l'immagine di un uomo semplice, con un cuore grande, capace di vivere ogni giorno con passione e dedizione.
Il tuo amore per i motori ti ha accompagnato fino all'ultimo: ne hai fatto un mestiere, un progetto di vita, un futuro per chi amavi.
Forse abbiamo scambiato di persona poche parole, quattro o cinque volte al massimo.
Eppure, eravamo amici lo stesso.
Ci univano i nostri incontri mattutini sulla strada dell’Enfola: io da anni, camminatrice instancabile; tu, alla guida della mitica Panda verde.
Arrivavi sbucando dietro le curve, da vero pilota esperto, e ogni volta suonavi il clacson salutandomi.
In quel saluto c'era sempre un sorriso, o uno sguardo che sapeva rassicurare.
Io ti ricambiavo felice, grata di quel piccolo rituale che faceva sentire quella strada meno solitaria, più sicura.
Mi mancheranno quei sorrisi sinceri e quel saluto immancabile, capace di rendere luminosa anche la giornata più grigia.
Voglio immaginarti ancora lì, davanti a me, che percorri quelle curve prima del mio passo, come hai sempre fatto.
Un abbraccio alla tua famiglia.
Monica Collu