Il tempo di elezioni è un momento d’oro, rispecchia, contraendoli in un periodo breve e concitato, il sentire e il modo di elaborare progetti e idee di tanti che credono in un mondo migliore. In un certo senso, il periodo elettorale contiene tanti elementi comuni al modo di lavorare del volontariato, per la partecipazione, foga nel difendere e portare avanti le proprie idee, scelta dei temi per cui battersi.
Questo paragone, per alcuni versi invece forse un po’ azzardato, può aiutare a comprendere come si sente un volontario, nella sua azione continua e, appunto, spontanea, volontaria, di impegno civile, sociale, culturale, o ambientale, ogni giorno dell’anno. Tante, troppe volte mi sono sentita chiedere: ma chi te lo fa fare? Oppure, ancora peggior commento, una frase che solo a sentirla mi fa ribollire il sangue: “eh, si, “tu hai tanto tempo libero”.
Prima di tutto è opportuno precisare che il tempo dedicato al volontariato, se pure ritagliato da altre occupazioni quotidiane, conserva sempre un suo valore preciso, non ha mai un valore minore, altrimenti stiamo perdendo tempo e ci prendiamo in giro. Dedico una parte preziosa del mio tempo al volontariato da anni, anche quando, con due figli piccoli, da incosciente facevo la donna-manager, viaggiavo e, per essere in ufficio alle 9, mi alzavo alle 6, e spesso lavoravo anche la sera tardi. Non si tratta di tempo, si tratta solo di “testa”, di organizzazione, di un’urgenza e di una consapevolezza che non sono mai venute meno.
Il volontariato è una parola vasta, tanto ampia quanto ricca è la vita umana. La scelta sul tipo di volontariato nel mio caso ha seguito la mia vita: con i bimbi piccoli, sono stata fortunata perché nel sistema americano la presenza dei genitori-volontari è fondamentale, e ho avuto solo l’imbarazzo della scelta. Non sono mai mancata, dalla materna, all’asilo, le elementari e cosi via, qualche volta in classe, col grembiule per la mattina di arte, sui campi dello sport, in rappresentanza dei genitori, nel direttivo, nel laboratorio di computer, o in biblioteca, nelle gite. Insomma, la scuola, con i suoi bambini, i suoi ragazzi, per me, ha lo stesso valore della famiglia, e va protetta, aiutata, valorizzata incondizionatamente.
Ho anche sempre dato la preferenza al settore ambientale e culturale, con l’idea, sicuramente contorta e sbagliata, che ci siano già tante persone che si occupano della salute e dell’allungamento della vita, ma mai abbastanza della valorizzazione di quello che io reputo la “vera” qualità della vita: il rispetto per il mondo e l’ambiente in cui viviamo e la conoscenza della nostra storia e cultura.
Quindi, abbiate pazienza con i volontari, se provano a condividere con voi qualche argomento di cui sono “assolutamente” convinti. Lo sono davvero. Non ci sono secondi fini, e nessuno “sta perdendo tempo”. Siamo tutti altamente motivati, siamo tutti sempre disponibili, sempre, per ogni battaglia che valga la pena essere combattuta.
Come adesso, mentre ognuno si avvicina ai seggi elettorali per contribuire al meglio alla nostra comunità. Pensateci mentre mettete il vostro segno, lasciate un attimo le vostre perplessità e imparate ad essere sinceri e spontanei come sono, o dovrebbero essere, i veri volontari.
Cecilia Pacini