Ho letto con molto interesse ciò che ha scritto ieri Cecilia Pacini circa le nuove frontiere che l’educazione scolastica di oggi si dovrebbe porre. E’ vero il mondo sta cambiando, e molto velocemente, quindi viene da sé che anche l’Elba dovrebbe offrire più e migliori piattaforme educative. Non voglio qui affrontare la questione per così dire amministrativa dei nostri istituti scolastici, non ne ho conoscenza né tanto meno la preparazione per poterlo fare, ma il primo di giugno ero tra i 400 (ma forse eravamo di più) che hanno partecipato alla reinaugurazione del sentiero delle farfalle al monte Perone.
Che è stato un evento oltremodo piacevole e partecipato ne hanno già parlato e scritto in molti, ma all’interno di quelle ore trascorse con gli orecchi tesi ad ascoltare ciò che gli studiosi ci spiegavano e con gli occhi ugualmente tesi a scrutare in mezzo ai fiori alla caccia di farfalle, una cosa mi ha colpito. Mentre salivamo lungo il sentiero dietro di me sentivo parlare tra di loro due ragazze di circa 15/16 anni che ragionavano di come avrebbero potuto migliorare le condizioni del medesimo sentiero, e di quello che avevano ripulito nei giorni precedenti. Le ragazze facevano parte di un gruppo che non poteva non essere notato, al contrario di tutti o quasi i partecipanti che indossavamo la maglietta gialla regalataci dal Parco, con la stampa della ceononympha elbana, indossavano tutti una polo azzurra con ricamato un logo molto particolare: Rete Scuole Outdoor, cioè scuole che escono dalla porta per fare esperienza all’esterno.
E allora dopo la panzanella di Legambiente, il vino di Arrighi e i dolci delle signore, ho fatto qualche domanda.
L’idea delle Scuole Outdoor nasce a Treviso, e negli anni vi hanno aderito molte scuole superiori e medie inferiori, anche toscane. Il loro obiettivo è naturalmente pedagogico, si tratta in pratica di partecipare a campi didattici della durata di una settimana, nel periodo da marzo a giugno, con insegnanti e volontari ed il tema dei campi è molto vario. Per esempio hanno trattato un argomento scottante come la vita dei loro coetanei sul fronte di guerra facendo ricerche specifiche ed intervistando chi visse quei momenti.
Il “nostro” allegro gruppo ha partecipato attivamente insieme ad altri volontari a ripulire un sentiero a Pomonte ed il pomeriggio stesso del primo giugno lo hanno consegnato alla comunità elbana, ma non solo, già nel 2006 un altro gruppo aveva ripulito un sentiero a Capraia. A Pianosa per esempio i volontari della Rete si occupano di tenere aperta la Casa del Parco. L’intenzione ed obiettivo sarebbe quello di creare un Centro Internazionale Scuole Outdoor all’isola di Capraia.
Il prossimo anno alla rete Scuole Outdoor parteciperanno anche le scuole dell’Elba?