Altri hanno detto e molto bene dell'evento pianosino riguardante la mostra sulla storia geologica dell'isola, ma può essere necessario anche un contributo di pura cronaca degli eventi. E' stata la motonave Aquavision a trasportare le decine di viaggiatori che volevano scoprire il grande lago e altri misteri dell'isola di Pianosa dell'era glaciale, contenuti dell'annunciata esposizione presso la casa del parco, chiamata "Nascita di un'isola" . Un evento voluto da Università di Siena, il parco stesso che ha impiegato per tale mostra 18 mila euro, con la collaborazione del Comune campese, l'Amministrazione penitenziaria di Porto Azzurro e la Sovrintendenza Toscana.
Le novità scientifiche dell'esposizione, a cui ha collaborato anche l'associazione "Amici di Pianosa" e le varie forze militari presenti sulla piatta isola, sono narrate in vari pannelli, ed anche in un elegante dépliant, e rivelano il percorso geologico da 19 milioni di anni fa alla migrazione di cervi dell'ultimo periodo dell'era glaciale. Il tutto sarà visitabile fino al 20 ottobre, grazie ai volontari delle "Scuole Outdoor in rete" di Treviso e altre località venete. Ad aprire la casa del Parco il presidente Sammuri e il direttore Zanichelli che hanno fatto notare al folto pubblico l'importanza di tale impegno, che è solo alla fase iniziale, ma evidenzia le grandi potenzialità storico-culturali dell'isola che in 10 kmq racchiude vicende di epoche diverse, dalla catacomba, ai resti della villa romana di Agrippa, fino a venire ai tempi moderni con il forte Teglia di mano napoleonica e il grande carcere chiuso nel 1998, dove negli anni Trenta fu recluso anche Sandro Pertini perché antifascista. Poi sono seguiti interventi in perfetta sintonia di Simone De Rosas del Comune di Campo, quindi Guido Lavorini geologo (regione Toscana), Mazzei Braschi (Amici di Pianosa), Lorella Alderighi (Sovrintendenza), Cerri direttore del carcere ed infine gli attori principali della mostra, vale a dire la professoressa Anna Maria Ronchitelli del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Siena e Luca Maria Foresi geologo e paleontologo, che insieme al suo staff ha scoperto reperti risalenti all'era glaciale, oggetto dell'esposizione. E Foresi è un "privilegiato" essendo il direttore degli scavi nella grotta di Cala San Biagio, ma soprattutto perché è un pianosino, per cui ha lavorato in casa e ha scavato e indagato con ulteriore dedizione e passione. Il docente ha spiegato ogni dettaglio dell'evoluzione del territorio insulare che nell'era antica non aveva ovviamente la forma attuale e in varie fasi è stato un tutt'uno con il continente, una sorta di grande penisola chiamata Tirrenide. L'attuale isola, intorno a 8 milioni di anni addietro, era addirittura una zona caratterizzata da un grande lago. Hanno attratto non poco i palchi di cervi e il cranio di un'animale femmina esposti, ritrovati negli scavi e Foresi ha quindi accompagnato i visitatori illustrando tali dettagli. "Se la terra ha 4,5 miliardi di anni- ha esordito - Pianosa è la più giovane dell'arcipelago, con le rocce più antiche di soli 19 milioni di anni fa (Elba 400 milioni ndr)". Quindi ha detto delle carte geologiche, della stratigrafia dell'isola, descrizioni su argille, arenarie e via dicendo, una vera lezione semplificata di geologia che non ha stancato la gente. Poi ha parlato dei reperti fossili esposti in una apposita vetrina "“Abbiamo ritrovato resti anche di un'antilope- ha fatto notare Foresi -In totale abbiamo in esame circa 1000 reperti ossei. Questi palchi e un cranio esposti di cervi appartenevano ad animali più piccoli rispetto ai loro simili che vivevano nel continente, una caratteristica tipica delle faune delle isole, una sorta di nanismo. Possiamo immaginare che nell'era glaciale l’ambiente che li circondava fosse costituito da vegetazione più bassa, a causa del freddo, e da boschi meno imponenti. Ma solo attraverso lo studio dei pollini contenuti nei sedimenti in cui si trovano i reperti si potrà tentare di ricostruire con precisione l’ambiente dell’isola nel periodo in cui era abitata da questi cervidi". “Uno studio notevole-rimarca il primo presidente del parco Tanelli- e Silvia Ducci, ex Sovrintendente, ha suggerito di puntare al vincolo totale archeologico sull'isola, che è stato ottenuto, che permette la tutela e lo sviluppo di tali studi". "Mi impegnerò a fondo- ha detto De Rosas primo assessore campese alla Pianosa- per far rivivere questo patrimonio naturale e storico che abbiamo nel nostro territorio. C'è molto da fare". I numerosi pannelli magistralmente allestiti sono stati realizzati, oltre che dal paleontologo, da Stefano Ricci restauratore anche dei reperti fossili, da Mancini e Terrosi e da Porcheddu della Gipodesigner elbana, autore delle elaborazioni grafiche anche del dépliant. Poi Foresi ha adempiuto ad un altro compito meno gioioso e gratificante. Si è unito ai suo compagni dell'associazione "Amici di Pianosa", diretta da Giuseppe Mazzei Braschi, e ha raggiunto il piccolo cimitero non molto lontano dal paese, dove sono state sepolte le ceneri di due pianosine che hanno potuto finalmente tornare "in patria", vale a dire Wanda Fazzi e Erminia Foresi. Una cerimonia semplice e toccante con la lettura di una bella poesia. Una giornata intensa quindi per Luca Maria Foresi che non dimenticherà facilmente. “ A settembre – ha concluso dopo la mesta cerimonia- riprenderemo gli scavi. Chissà quali altre novità incontreremo. Devo ringraziare tutti gli Enti che permettono questo progetto e i numerosi studiosi con i quali ho lavorato, un elenco troppo lungo da dire”.
Stefano Bramanti