Sono mesi che scrivo dell'importanza di recuperare una qualità della vita che, per alcuni versi, abbiamo perso. Impegnati e tesi nella convinzione di fare il bene della nostra isola, in un crescendo verso il progresso e la ricerca di indovinare, prevenire o seguire le richieste di un turismo agognato, proponiamo proposte progetti e idee spesso controversi. Spesso rinneghiamo noi stessi, perché la maggior parte di noi sta perdendo il senso del bello, il senso dell'ovvio, del comodo, dell'efficienza, dell'ombra, il fresco dei viali, l'attenzione alle strade, alla manutenzione degli spazi pubblici, insomma, non ci ricordiamo più gli ingredienti autentici per sentirci bene, a nostro agio, nella nostra isola.
Questa sera, al telegiornale, una notizia inquietante è stata trasformata in un messaggio positivo: a un commento di condanna del vice primo ministro turco sull'indecenza e implicita provocazione sessuale del sorriso nelle donne, molte donne, invece di tenerli nascosti come suggerito, hanno diffuso sulla rete sorrisi e risate, aperti e contagiosi, che hanno provocato un'emulazione a catena.
Propongo questo allora: proviamo a guardarci allo specchio. Sono sicura che se uno avesse il coraggio di continuare a fissarsi negli occhi e a cominciare a sorridere, a se stesso e agli altri, a distendere i propri muscoli facciali e finalmente ridere, potremmo tutti ritrovare un briciolo di verità, di auto esame e autocritica.
La qualità della vita è dietro l'angolo, siamo noi, qui, adesso: semplice soluzione, pronta per ognuno di noi, quella semplicità sempre piú difficile da raggiungere se per primi noi non predisponiamo noi stessi a riconoscerla.
Cecilia Pacini