All'ottavo giorno di black-out del televisivo della Rai, in una frazione importante di territorio elbano come quella di Procchio (che peraltro si va riempiendo in questi giorni dei primi turisti dell'estate) con altre zone dell'Elba che lamentamo gli stessi disservizi, anche se per periodi inferiori al "digiuno televisivo procchiese", cresce l'irritazione soprattutto nei buoni teleutenti-contribuenti dell'area che si sentono non poco turlupinati.
"Abbiamo scritto e-mail alla sede fiorentina della RAI che non hanno ricevuto alcuna risposta, e che presumiamo siano state bellamente cestinate - ci dice Andrea Taccioli che aveva giorni fa sollevato la questione - è un atteggiamento oltre che commercialmente scorretto (noi il servizio lo paghiamo, e profumatamente) che travalica i limiti della buona educazione"
"Non parliamo poi del cosiddetto numero verde per la segnalazione guasti - aggiunge un altro interlocutore - materialmente impossibile da contattare, sono rimasto oltre 30 minuti in attesa "allietato" dagli automatismi che invitandoci ad esercitare pazienza, finiscono per farci sentire sempre più presi per i fondelli".
"Sarebbe opportuno - ci segnala poi a parte una lettrice - riscrivere il contratto di fornitura dei servizi della Rai alla cittadinanza - in modo che come fanno dei gestori in altri settori, ogni giorno di mancata e comprovata non erogazione comportasse il diritto al rimborso della proporzionale quota di Canone, magari da applicarsi come sconto sulla successiva bolletta. Si dirà che sono cifre esigue, che 10 giorni di "buio" comportano 3 euro di danno o giù di lì, ma oltre ad essere una questione di principio, se si moltiplicano questi tre eurini per le numerosissime utenze coinvolte, ci si accorge che la cifra indebitamente sottratta da "Mamma-RAI" agli isolani è in assoluto "interessante""
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