Ancora una volta, accompagnati dai volontari dell’Associazione Gdeim Izik (già Gaibila) di Piombino, i bambini saharawi trascorreranno una giornata (domenica 17 agosto) a Portoferraio. Arriveranno in mattinata con la nave Moby (che anche quest’anno ha offerto il passaggio gratuito) e si recheranno alla spiaggia delle Ghiaie dove potranno fare il bagno e giocare nei giardinetti. A pranzo saranno ospiti della festa dell’Unità che si tiene proprio alle Ghiaie.
I bambini, piccoli “ambasciatori di pace”, appartengono al popolo Saharawi, rifugiato nella tendopoli algerina di Tindouf.
La questione saharawi nasce nel 1975 con la concessione del Sahara Occidentale dagli ex coloni spagnoli al Marocco e alla Mauritania. Dopo una guerra di resistenza, la Mauritania decise di abbandonare quanto le era stato assegnato ed è ora territorio liberato.
Da allora, circa 180mila saharawi vivono profughi nel deserto algerino (a Tindouf) e si sostengono, soprattutto, grazie agli aiuti internazionali. Nel 1991, il popolo ha scelto la strada della nonviolenza nel rivendicare il ritorno al proprio Paese, in attesa del compimento delle risoluzioni dell'ONU che, a più riprese, ha deciso la via del referendum per l'auodeterminazione del popolo (che ovviamente il Marocco ha finora ostacolato in tutti i modi). Per la scelta della nonviolenza il popolo saharawi è stato più volte candidato al premio Nobel per la pace.
Negli anni scorsi, tutti e otto i Comuni elbani hanno sottoscritto un patto di amicizia con i comuni saharawi riorganizzati nella tendopoli del deserto. E insieme, dalla prima metà del decennio scorso, hanno attuato iniziative di accoglienza dei bambini sul territorio elbano.