Anche oggi arriva tramite i media italiani la notizia di un nuovo scandalo intorno all’Expo 2015.
Ancora si parla di tangenti, corruzione e favoritismi vari.
Noi italiani forse ce l’abbiamo un po’ nel sangue il questuare favori al “potente” di turno, per noi stessi o per familiari stretti o altri ancora, dovendo poi in qualche maniera contraccambiare. Una volta però era il suddito poveraccio a chiedere un tozzo di pane al Signorotto padrone di tutte le terre coltivabile e cacciabili. Poi la storia e le rivoluzioni per fortuna di noi essere umani che viviamo in quest’epoca e nel mondo occidentale, hanno cambiato le cose ed abbiamo acquisito diritti, tant’è che ogni lavoratore ha diritto ad un compenso per ciò che fa.
Chi ha terre da coltivare, oggetti da fabbricare eccetera eccetera, cerca manovalanza, e chi invece non ha terra propria che lo sostenga, va dal proprietario terriero e gli propone la sua mano d’opera. Insomma è una sorta di scambio dove le due parti si mettono a disposizione dell’altro secondo regole stabilite.
Ogni tanto però c’è qualcuno che le regole le infrange purtroppo. Una volta è perché sono arrivate le cavallette a distruggere il raccolto, una seconda volta perché la polenta non la mangia più nessuno, un’altra perché il granturco del vicino è più bello, insomma c’è sempre un marchese di Carabàs che prova ad arricchirsi oltremisura.
La notizia di oggi tratta di un tale che questua il lavoro per il proprio figlio. E allora – chiederanno i giovani lettori – dove sta il problema? E’ sempre stato così!
E invece no, questa volta il questuante è un Signorotto, ed intorno al fatto pare che girino tangenti, e purtroppo per noi non è una favola. Qui non si tratta di tozzi di pane, ma di brioches e parecchio ripiene.
L’intento dell’Expo 2015 che si svolgerà in Italia, non dobbiamo dimenticarlo, o per meglio dire il tema dell’Expo che radunerà tutto il mondo a parlare di ciò, è come risolvere la fame dei popoli che ancora sono afflitti dalla mancanza di cibo sufficiente. Chapeau. Chapeau all’impegno nobile ed indispensabile.....MA
Ma come si può pensare di risolvere la fame altrui se non plachiamo la nostra avidità? Se la nostra fame di soldi non arretra dinanzi a nulla? Ma di cosa andremo a parlare noi italiani all’Expo, se neanche davanti alle tragedie dei bimbi che muoiono di fame ogni secondo che passa, riusciamo a trattenerci dall’arraffare quanto più è possibile?
Forse una Expo così impegnativa e così etica l’avrebbe dovuta organizzare il Sudafrica, che sa cos’è il riscatto sociale ottenuto solo pochi anni fa, che sa cos’è lo sfruttamento degli schiavi. Con che faccia l’Italia parla al mondo di risoluzione dei problemi così grandi e gravi, se non riusciamo a debellare la corruzione sempre più dilagante?
Maristella Giulianetti