Poter ricevere la visita del proprio animale da compagnia - cane, gatto o altro - quando si è ricoverati in ospedale, e quindi in condizioni di fragilità fisica ed emotiva, è sicuramente motivo di conforto. Chiaro che queste visite devono avvenire nel rispetto delle esigenze sanitarie e ambientali, delle condizioni degli altri pazienti ricoverati e del benessere degli animali. Per questo la Regione ha varato apposite "Linee di indirizzo per l'accesso degli animali d'affezione in visita a degenti presso strutture sanitarie e ospedaliere pubbliche e private accreditate", approvate stamani con una delibera di giunta.
Le linee guida fanno riferimento a varie leggi, sia nazionali che regionali, in cui si riconosce il valore assistenziale del rapporto affettivo tra il paziente e il proprio animale, si sollecitano attività di sostegno come la pet therapy, si invitano le strutture sanitarie ad agevolare il contatto dei pazienti, anziani e bambini in particolare, con il proprio animale da compagnia.
Nella delibera si stabiliscono le finalità. Assicurare la continuità della relazione empatico-affettiva tra i pazienti e i loro animali. Far sì che la presenza dell'animale aiuti il paziente a superare le difficoltà dovute alla propria condizione. Tutelare il benessere pscio-fisico degli animali in visita. Individuare procedure idonee a garantire la tutela della salute delle persone e dell'ambiente circostante, nel rispetto delle diverse sensibilità individuali.
Queste le regole dettate dalla Toscana. Gli animali dovranno essere quelli che vivono nelle famiglie dei pazienti ricoverati nelle strutture sanitarie. E dovranno essere iscritti all'Anagrafe animali d'affezione. Il loro accesso in ospedale sarà consentito secondo le procedure indicate dalla direzione sanitaria, che dovrà disciplinarlo con uno specifico regolamento interno. I sanitari dovranno valutare la compatibilità dello stato di salute dei pazienti, e quindi i benefici derivanti dalla presenza dell'animale d'affezione. La richiesta di accesso dovrà essere presentata all'Unità operativa dal paziente stesso o da un suo familiare. In ciascuna Unità operativa sarà ammesso un animale per volta, con tutti i supporti adeguati (collari, pettorine, guinzaglio, disponiiblità di una museruola, ecc.). Un incaricato mostrerà il percorso da seguire e la saletta dove l'incontro potrà avvenire. In ogni azienda sanitaria dovrà essere creato un pool multidisciplinare di operatori adeguatamente formati.